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tomee Centrales, si conferma la maggior tipicità estivadi Proboscia alata, Leptocylindrus danicus, Guinardiastriata mentre Chaetoceros spp. è prevalentementeinvernale [9].Riguardo alle altre classi fitoplanctoniche le determinazionitassonomiche sono risultate in molte occasionimeno certe ma possiamo comunque sottolinearele caratteristiche stagionali fondamentali che vedono,tra i dinoflagellati, la dominanza di tecati microplanctonici(Ceratium spp., Prorocentrum spp.) intarda primavera e nanoplanctonici (Heterocapsaspp.) in estate insieme a Gymnodiniaceae sempreprevalentemente nanoplanctoniche. Le Cryptomonadaceaeappaiono presenti durante tutto l’anno, conuna prevalenza tra l’inverno e la primavera, come giàevidenziato [9] [20], tra i coccolitofori, Emilianiahuxleyi è la specie più presente e più abbondante condei massimi estivi. Riguardo a tutto il gruppo di AltroPlancton è evidente che questo risulta una partespesso maggioritaria per quanto riguarda le densitànumeriche dei popolamenti fitoplanctonici, che potrebbequindi influenzare anche le componenti zooplanctoniche,ma è al momento difficile poterlo megliocaratterizzare dal punto di vista della composizione,data la fragilità e le scarse evidenze morfologichedegli organismi. Anche questo popolamento sipresenta molto differenziato e non si sono mai verificatefioriture anomale.Un’ultima osservazione sulla composizione dei popolamentiriguarda la presenza di specie tossiche opotenzialmente tossiche: oltre alla diatomea Pseudonitzschiaspp. sono state osservate alcuni dinoflagellati(Akashivo sanguineum, Prorocentrum lima, Prorocentrumminimum, Dinophysis sacculus) ma in casisporadici e con un numero estremamente esiguo diindividui che, almeno al momento, non fanno pensarealla possibilità di accumulo di sostanze tossichenell’ambiente o negli organismi vettori.Una caratteristica fondamentale di queste comunitàche si succedono nel corso dell’anno è l’alta diversitàspecifica. Un primo dato di ricchezza specifica è il numerodi taxa individuati, 280, e la costante copresenzanei campioni di un alto numero di specie con unbasso numero di individui. Tutti i valori dell’Indice diShannon evidenziano un’alta equitabilità, soprattuttoin estate, periodo dello stadio maturo della successionefitoplanctonica. La rappresentazione delle curvedi distribuzione degli individui tra le specie [16],che abbiamo elaborato [17] ma qui non mostriamoper brevità, disegna quasi sempre distribuzioni di tipo«geometrico» o a «bastone spezzato», cioè quelleche rappresentano stadi avanzati della successionefitoplanctonica in un ambiente con le risorse totalmenteripartite tra gli individui e che sono già notenell’ambiente Mediterraneo [5]. Ciò significa chenon abbiamo colto gli eventuali momenti di piena fioriturae che si conferma possibile una generale limitazionead abbondanti accrescimenti dovuta all’oligotrofiama che l’ambiente determina una forte differenziazionedelle comunità fitoplanctoniche nano- emicroplanctoniche che porta al massimo sfruttamentodelle risorse disponibili.Possiamo in conclusione affermare che, nell’ambitodei dati raccolti e analizzati, le acque costiere toscanenon presentano particolari anomalie che faccianopensare a disturbi o perturbazioni che possano determinaresituazioni di emergenza, come le fioriturefitoplanctoniche di anomala abbondanza o addiritturatossiche, da cui si possono sviluppare poi le condizionia rischio per tutto il sistema, come l’eccesso disostanza organica e l’eventuale stato di anossia conseguente.Sarebbe interessante poter svilupparequeste prime conclusioni tramite il monitoraggio diun intero ciclo annuale con campionamenti più frequentiin tutte le stagioni e poter approfondire la tassonomiadelle specie presenti per poter avere unquadro più completo ed esauriente delle caratteristichedel fitoplancton costiero toscano.RingraziamentiQuesto lavoro è stato realizato concontributo dellaRegione Toscana, Progetto BioMarT.Bibliografia[1] G.E. Hutchinson, Am. Nat. 1961, XCV-882:137.[2] G.P. Harris, Phytoplankton ecology, structure,function and fluctuation. Chapman and Hall,London: 1986, 384 pp.[3] R. Margalef, Adv. Front. Plant Sci. 1963, 2:137.[4] C.S. Reynolds, Ecology of Phytoplankton.Cambridge University Press, Cambridge: 2006,535 pp.[5] G. Jacques, P. Tréguer, Écosystèmes pélagiquesmarins. Masson, Paris: 1986, 243 pp.[6] C.R. Lenzi Grillini, L. Lazzara. Giorn. Bot. It.1978, 112 (3): 157.266

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