13.07.2015 Views

73McpBhEE

73McpBhEE

73McpBhEE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Cervello Umano: quale destino? (ovvero: Homo sapiens sapiens, una specie in declino?)All’impegnativo gioco infantile – palestra fisico-intellettivaper il futuro del soggetto – si è sostituita la sedentariaalienazione delle play-stations; la prona assuefazionea filmati televisivi ha preso il posto dellalettura, stimolo ed attività mentale per eccellenza.La politica più che vissuta, è ampiamente subita; l’arteridotta ad elementare cenno artistico; la religionetempestata di dubbi, anche nella mente dei credenti.Non una «aurea mediocritas», bensì una ancor piùbanale «mediocritas communis», da cui poche scintillenascono e vengono subito sopite.Un malinteso ma comunque presente benessere sociale,la riduzione della mortalità infantile, l’aumentodella vita media e le grandi conquiste della medicinapur rappresentando consolanti punti di riferimentodell’uomo contemporaneo, vanno al tempo stesso togliendogliquella volontà naturale di incentivazione,che è stata fino ad ieri vigorosa fonte di evoluzione.La precarietà di interessi apre spazi a negativismi estati ansiosi o depressivi.L’insoddisfazione quotidiana nasce dalla superficialitàdell’esistere.Siamo di fronte ad un vero regresso, di tipo infantile,che non chiede più al nostro cervello una costanteestremizzazione di livelli funzionali.Ed è proprio di fronte a questa caduta di elevati interessicon frustranti occasioni di insufficienza intellettivache il nostro cervello sembra essersi adagiato inuna situazione di sufficienza attuale, cessando, finiti iveri stimoli, di migliorare la sua forma.Da non sottovalutare anche il recente cambiamentodei rapporti dell’uomo con la selezione naturale: untempo, avvenuta e codificata una mutazione migliorativa,era la mortalità a renderla diffusa nelle generazionisuccessive. Il miglioramento genetico rendevapiù longevi, e quindi quantitativamente e generazionalmenteprevalenti sugli altri i suoi portatori.In tempi recenti la mortalità nella specie umana,enormemente ridotta, è stata selettivamente sostituitadalla fertilità.Ma si è statisticamente evidenziata una correlazionenegativa tra fertilità e intelligenza, per cui si attuauna sorta di paradosso, in base al quale la selezionenaturale produce oggi uomini più longevi ma menointelligenti.A termine di questa breve ed incompleta analisi criticasul cervello della specie umana, nella impossibilitàdi emettere conclusioni che non siano parziali opuramente soggettive, è necessario aggiungere alcunedomande, nelle cui risposte si compendia, forse,una buona parte del futuro della nostra meravigliosamacchina pensante.Quale azione sulla evoluzione del cervello potrà conseguireall’indiscriminato consumo, anche in età infantile,di farmaci a spiccata attività neurotropa?L’uso sempre più diffuso di droghe pesanti avrà unasua ripercussione sulla evoluzione o sulla involuzionedel cervello?Un ulteriore incremento super-globalizzante dellaattuale tecnologia rappresenterà in un futuro ancheprossimo una definitiva paralisi intellettuale perl’uomo?Ed infine: i meccanismi ormai alterati della selezionedarwiniana continueranno a ridurre ulteriormente,in maniera anche indipendente dalla dimensione cerebrale,l’intelligenza umana?Domande tragiche e al tempo stesso impegnativesulle quali, finchè sarà possibile, dovremo attentamentee profondamente riflettere.Bibliografia[1] B. Alberts et alii, Biologia molecolare della cellula.Zanichelli, Bologna: 1996.[2] G. Barsanti, Una lunga pazienza cieca: storiadell’evoluzionismo. Einaudi, Torino: 2005.[3] M.B. Berne, M.N. Levy, Fisiologia. C.E. Ambrosiana,Milano: 2005.[4] E. Boncinelli, Le forme della vita: l’evoluzionee l’origine dell’uomo. Einaudi, Torino: 2006.[5] F. Chiesa, Intelligenza umana e intelligenza artificiale:stato dell’arte. Neurochir. Progr., Livorno:Dicembre 1999.[6] A.T. Cianciolo, R.J. Sternberg, Breve storiadell’intelligenza. Il Mulino, Bologna: 2007.[7] M.V. Flinn, D. Geary, C.V. Ward, Why humanevolved extraordinary intelligence?. Evolutionand Human Behavior 2005, 26: 10-46.[8] H. Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralitàdella intelligenza. Feltrinelli, Milano: 2002.[9] M.S. Park, A.D. Nguyen, H.E. U.H.S. Aryan,M.L. Levy, K. Semendeferi, Evolution of the humanbrain: changing brain size and the fossil record.Neurosurgery, 2007 Mar, 60 (3): 555-62.281

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!