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Il biomonitoraggio degli inquinanti atmosferici: il caso dell’ozonoI sintomi sono costituiti da necrosi bifacciali tondeggianti,del diametro di alcuni millimetri, a contornonetto. Le lesioni sono facilmente identificabili e quantificabili,ed è possibile individuare se siano di vecchiao nuova formazione (il loro colore schiarisce danerastro a bianco-avorio in pochi giorni, figura 2c); larisposta è di tipo quantitativo, essendo possibile unacorrelazione tra indice di danno fogliare (che è in relazionealla superficie necrotizzata) e dose a cui lepiante sono esposte. Di norma, si affiancano alle piantedella cv. Bel-W3, individui della Bel-B (resistenti),allo scopo di avere la certezza che le lesioni che compaionosiano effettivamente attribuibili all’O 3.Anche se il rilevamento dei dati di campagna può essereeffettuato con tecniche sofisticate di elaborazionedell’immagine, di norma, la valutazione dell’intensitàdelle lesioni fogliari si realizza in campo in modosintetico, con l’attribuzione di ogni foglia ad una classe,in relazione alla percentuale di area coperta danecrosi; specifici atlanti fotografici rappresentano unutile elemento di supporto.Il metodo è veloce e non distruttivo e non richiedeparticolari livelli di professionalità, anche se – trattandosidi una valutazione visiva – presenta forti rischidi soggettività. Eventuali problemi possono essere,comunque, risolti con un adeguato addestramentodegli operatori [8].La tecnica operativa finora maggiormente seguita eraquella messa a punto dai ricercatori dell’Imperial Collegedi Londra, basata sulla determinazione dell’Indicedi Danno Fogliare (Leaf Injury Index, LII). In sintesi,ciascuna foglia viene identificata (con un numero):ciò permette di seguire nel tempo l’evoluzionedell’intensità dei sintomi; essa viene «letta» ogni settimanae le viene assegnato un indice in relazione alladiffusione delle necrosi, che viene registrato in unaapposita scheda. La metodica è stata standardizzatadall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente;attualmente APAT, Agenzia per la protezionedell’ambiente e i servizi tecnici) [9] e, più recentemente,dall’Associazione degli ingegneri tedeschi,VDI (Verein Deutscher Ingenieure) [10].Altri approcciEsiste la sensazione diffusa che queste metodichesiano esposte a troppi fattori di incertezza e di rischio,in confronto ai metodi strumentali ormai consolidati.In sintesi, alcuni degli elementi in discussionesono di seguito descritti:• la scarsità di adeguati criteri di standardizzazione,dalle modalità di scelta del materiale a quelle diallevamento e di esposizione, sino a quelle di valutazionedegli effetti; l’istituzione di centri specializzatiper la conservazione del germoplasma, l’organizzazionedi corsi di formazione per tecnici, la compilazionedi manuali operativi, sono alcune tappe obbligatorieper lo sviluppo e la definitiva affermazionedel biomonitoraggio; in questo contesto devono trovarespazio anche processi di valutazione della qualitàdei dati;• una certa incomprensione che gli amministratoridimostrano nei confronti di queste tecniche;• i pochi interessi economici che il biomonitoraggiolascia intravedere;• effettivi limiti logistici, quali la possibilità di operaresolo in determinati periodi dell’anno e la mancanzadi adeguati bioindicatori per importanti inquinanti.In realtà, i fenomeni biologici sono caratterizzati daun alto grado di variabilità intrinseca, dovuto allacomplessità del soggetto. Il problema dell’incertezza(e quindi della qualità dei dati) è un aspetto epistemologicofondamentale per le scienze ambientali.Un fattore operativo di notevole limitazione, adesempio nelle campagne di monitoraggio dell’O 3conle piante di tabacco, è costituito dalle dimensioni dellepiante adulte e dalla fragilità delle loro foglie, cherendono talvolta difficoltoso l’impianto simultaneo distazioni su aree estese. Per ovviare a questi inconvenienti,è stato sviluppato un sistema basato sull’impiegodi germinelli di tabacco, allevati in piastre percolture di tessuti (figura 3), sfruttando il fatto che laFigura 3: Una recente applicazione del biomonitoraggio:un kit miniaturizzato costituito da unapiastra per colture di tessuti, nei cui pozzetti sonoospitati germinelli (1-2 settimane di vita) di tabaccosupersensibile (cv. Bel-W3) all’ozono. Sono benevidenti i sintomi indotti dall’esposizione all’ariaambiente per una settimana.133

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