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spesi. Il sedimento che si deposita sul fondo dei catinipuò variare da sabbia a ghiaia, ma in tutti i casi essorisulta di origine organogena.Dall’indagine del macrozoobenthos condotta in 15catini su 27 ha portato alla raccolta di 10023 individuiappartenenti a Anellidi (86 specie), Molluschi (26specie), Crostacei (72 specie), Echinodermi (6 specie),Nematodi (39 specie). Sono inoltre stati campionatiPlatelminti e Nemertini non determinati a livellospecifico ed alcuni esemplari dell’unico rappresentantein Mediteranno degli Acrani, Branchiostomalanceolatum, noto anche come Anfiosso.Fra le specie rare si sottolineano Stenothoe elachista,Caprella lilliput che raggiungono nei catini densitàelevatissime pari rispettivamente a 1292±343 ind/m 2e 458±55 ind/m 2 [9].Gli studi relativi alla meiofauna hanno consentito didescrivere nuove specie e addirittura di segnalareper la prima volta nei nostri mari il phylum Loricifera[10] costituito da organismi microscopici pseudocelomati,probabilmente parassiti e predatori, che vivonotra i granelli di sabbia. Fra le specie di nuova descrizionemerita sottolineare il Copepode Meloriastacusctenidis il cui nome è stato dato come omaggioalle secche [11].ConclusioniLa Meloria, nonostante la superficie limitata (35–40km 2 ) presenta una elevata variabilitá morfologica checonsente l’insediamento di popolamenti diversificati.Nell’area coesistono praterie di P. oceanica, coralligeno,Detritico Costiero, considerate tra le biocenosipiù ricche e produttive del Mediterraneo [12].Questa caratteristica conferisce alla secca il caratteredi rappresentatività del nostro mare, che secondoalcuni sarebbe condizione necessaria per realizzareuna area marina protetta (AMP).Secondo altre scuole di pensiero un’area è meritevoledi protezione se presenta delle peculiarità unicheo un elevato numero di endemismi.La presenza dei catini e la ricca e rara fauna bentonicache li colonizza conferisce alla secca anche il caratteredi unicità fatto che consente di superare ladiatriba emersa dalla Convenzione sulla Biodiversitàdi Rio (1992), che pone il dubbio se sia preferibilesalvaguardare ambienti «ricchi» o ambienti «unici».Purtroppo la realizzazione di aree marine protetteviene spesso vista dai cittadini in un’accezione proibizionistica,un limite ai propri diritti.Il possedere sul proprio territorio aree meritevoli ditutela dovrebbe essere motivo di orgoglio, ma gli interessipersonali sono spesso prevalenti e posti alcentro delle proprie attenzioni.Occorre chiarire che le rinunce richieste ai cittadinisono sempre modeste e limitate a zone ristrette eche, al contrario i benefici possono essere molti. LeAMP ben gestite sono un fiore all’occhiello per tutti icittadini e proprio per questo ne richiamano altri dispostia spendere tempo e denaro con ottime ricadutesul territorio.Nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente, l’istituzionedelle Secche della Meloria dovrebbero costituireun punto di partenza per la realizzazione di unsistema con gestione integrata di parchi interconnessicostituiti da piccole aree vicine rappresentativedelle eterogeneità locali [13].Dato il crescente impatto antropico che grava sullenostre coste questo approccio appare l’unico possibileper garantire che anche le generazioni future possanogodere di questo patrimonio naturalistico.RingraziamentiSi ringrazia l’Accademia Navale di Livorno per il supportologistico, l’Istituto Idrografico della Marina diGenova per aver messo a disposizione i dati batimetriciper la realizzazione delle carte. Si ringrazia inoltre F.Gai per la collaborazione in tutte le fasi dello studio.Bibliografia[1] M. Sordi, Boll. Pesca Pisc. Idrobiol. 1969, 24:105.[2] F. Cinelli, Boll. Pesca Piscic. Idrobiol. 1971,26: 5.[3] G. Cognetti, A.M. Varriale, Boll. Pesca Pisc.Idrobiol. 1972, 27: 263.[4] G. Fierro, F. Miglietta, G.B. Piacentino, Boll.Pesca Pisc. Idrobiol. 1969, 24: 115.[5] G. Bacci, G. Badino, E. Lodi, L. Rossi, Boll.Pesca Pisc. Idrobiol. 1969, 24: 5.[6] G. Barsotti, G. Badino, E. Lodi, L. Rossi, Boll.Pesca Pisc. Idrobiol. 1974, 24: 5.[7] M.A. Todaro, Meiofauna; il popolo della sabbia;il microscopico mondo animale delle Secchedella Meloria. Debatte, Livorno: 1997.[8] A.M. De Biasi, F. Gai, Atti Soc. tosc. Sci. nat.,Mem., Serie B 2000, 63.[9] A.M. De Biasi, F. Gai, L. Pacciardi, Atti 110: 3.220

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