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Il capriolo (Capreolus capreolus L.) come bioindicatore della qualità dell’ambiente in Toscana meridionalevalutare la qualità dell’ambiente di un vasto territoriodella Toscana meridionale attraverso la determinazionedelle concentrazioni di un ampio spettro di elementiin traccia nel sangue ed in altri reperti organicidi caprioli abbattuti nelle province di Siena e Grosseto.Nella prima fase della ricerca si è tentato di individuarele relazioni esistenti tra i contenuti di alcunielementi pesanti nel sangue dei caprioli ed i lineamentilitologici e giacimentologici dell’area studiata.In Toscana meridionale, in modo particolare nellaprovincia di Grosseto, sono presenti numerose mineralizzazionia solfuri che sono state intensamentecoltivate fino agli inizi degli anni ’90. L’attività minerariaha avuto, e tuttora ha, ovvie ripercussioni sull’ambientesoprattutto per quanto riguarda l’immissionedi elementi pesanti (per es., Pb, Zn, Cu, As, Cd,Hg, Sb) nel ciclo geochimico di superficie.In questo lavoro sono illustrati i dati analitici relativialle concentrazioni di alcuni elementi pesanti (Zn,Cu, As, Cd, Hg, Tl) nel sangue di caprioli abbattutinella provincia di Grosseto. Gli elementi chimici inquestione sono stati scelti in considerazione del diversoruolo che hanno negli organismi (elementi essenzialie tossici) e del possibile livello di influenzadei lineamenti geo-giacimentologici dell’area studiata.I dati analitici dei caprioli della provincia di Grossetosono stati posti a confronto con gli esiti di unaanaloga ricerca condotta nella provincia di Siena [2].Materiali e metodiL’area di studio abbraccia un ampio settore della provinciadi Grosseto, la quale, ai fini della caccia di selezione,è suddivisa in 9 distretti (figura 1). Si tratta diun territorio in larga parte ricoperto da boschi ceduie con una buona percentuale di terreno coltivo o apascolo.La geologia è abbastanza complessa e caratterizzatada formazioni geologiche di diversa origine, naturaed età. Le litologie dominanti sono quelle a prevalentenatura argillosa e, a seguire, depositi sabbiosi erocce arenacee. È da segnalare la presenza di importantiaffioramenti di rocce silicoclastiche (Gruppodel Verrucano) e di Calcare cavernoso.Nella zona in studio sono presenti numerose mineralizzazioniper lo più a pirite o a solfuri misti (figura 2).Queste mineralizzazioni sono maggiormente concentratenel Distretto 1 (comuni di Montieri, MonterotondoMarittimo e Massa Marittima). Nel Distretto7 (comune di Castell’Azzara) ricadono le mineralizzazionia mercurio dell’area amiatina.I lineamenti geochimici del territorio in studio sonocoerenti con le caratteristiche litologiche e geo-giacimentologiche.Infatti, carte geochimiche basate susedimenti fluviali [4], hanno rivelato delle anomaliegeochimiche per alcuni elementi pesanti quali: As,Cd, Cu, Pb, Sb, Zn, centrate nelle zone in cui insistonole principali mineralizzazioni dell’area e dove piùintensa è stata l’attività di coltivazione mineraria. Alcontrario, il territorio della provincia di Siena apparedecisamente più «pulito» e non sono segnalati scostamentisignificativi delle concentrazioni degli elementidi cui sopra rispetto al fondo geochimico locale.Come detto in precedenza, questa ricerca non avrebbepotuto essere intrapresa senza l’aiuto e la collaborazionedi centinaia di cacciatori delle province diSiena e Grosseto. Prima della stagione venatoria1998-99 ogni cacciatore è stato istruito circa le modalitàdi campionamento del sangue e di alcuni organidel capriolo in modo da evitare possibili contaminazioniaccidentali. Nonostante le raccomandazioni alcunicampioni di sangue hanno fornito valori analiticidi piombo ed antimonio non plausibili e probabilmentedovute ad una modalità errata di prelievo delsangue: dal foro di ingresso del proiettile o dalla cassatoracica durante la macellazione degli animali.Questi campioni sono stati scartati ed i dati analiticirelativi non sono stati utilizzati in fase di elaborazioneed interpretazione.Per la provincia di Grosseto, in totale sono stati ricevuti304 campioni di sangue. Di questi ne sono statianalizzati 286 e validati 268. Un approccio analogoera stato adottato in precedenza per i campioni disangue di individui di capriolo abbattuti nella provinciadi Siena nella stagione venatoria 1997-98, per untotale di 730 campioni validati.Come si vede in figura 1, i caprioli abbattuti nella provinciadi Grosseto ricadono principalmente nel setto-gli autoriDipartimento di Scienze Ambientali«G. Sarfatti», U.R. GeochimicaAmbientale, Università degli Studidi Siena, via del Laterino 8, 53100 Siena,Italia* autore per corrispondenzadilella@unisi.it139

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