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L’invasione delle specie aliene ed i cambiamenti climatici globali: l’esempio di Caulerpa racemosa var. cylindracea sulle coste italianepresente lungo tutta la costa siciliana.Nel 1994, durante una campagna di monitoraggio dell’algakiller C. taxifolia (Vahl) C. Agardh nel Mar Mediterraneo,fu osservata alle secche della Meloria neltratto di mare antistante la città di Livorno, ed in seguitoè stata individuata lungo tutto il litorale toscano[9]. Essa è presente lungo le coste continentali e insularidella nostra regione colonizzando anche le isoledel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, insediandosiprimariamente sui fondi rocciosi (figura 1) esecondariamente su quelli mobili ad essi circostanti.Studi eseguiti nel 1997, dopo la prima segnalazionedi Caulerpa racemosa in toscana, hanno messo in evidenzala velocità di diffusione di quest’alga, che èpassata da un’area di 3000 mq ad una di 300 ha in soli2 anni [10]. Oggi è rinvenuta comunemente nella floramarina delle aree superficiali di Liguria, Sardegna,Campania, Puglia, Calabria e Lazio.Attualmente non esistono mappe e valutazioni accuratedelle superfici colonizzate da C. racemosa nelMar Mediterraneo ed il parametro utilizzato per stimarnela diffusione è l’estensione lineare della costaantistante le zone invase. Utilizzando questa misurazionepossiamo stimare che circa 80 km di linea dicosta francese siano attualmente invasi da C. racemosa,120 km alle isole Baleari (Spagna), 15 km in Croaziae 500 km lungo le coste dell’Italia occidentale(dalla Liguria alla Sicilia), ma vista la sua velocità didiffusione probabilmente queste stime risultano giàobsolete.La suddetta invasione rappresenta uno dei più graviepisodi del genere nel Mar Mediterraneo e sta provocandoeffetti importanti sulle biocenosi autoctone,erodendo la biodiversità e modificando la strutturadei popolamenti algali di fondo duro e le praterie difanerogame marine (figura 2).L’ampio areale di distribuzione deriva dalla sua capacitàdi riproduzione asessuata, dalla sua rapida crescita,e dalla sua tolleranza all’inquinamento. La suadispersione avviene tipicamente grazie alle attivitàantropiche legate al mare che contribuiscono adiffonderla, ad esempio, con le ancore delle imbarcazioni,attraverso la pesca, con le carene delle navi, econ le acque di zavorra.Gli effetti dell’invasione sui popolamenti algali di fondiduri e sulle praterie di fanerogame marine sonostati analizzati in molti studi [11,12,13,14]. mentrequelli sulla meiofauna ed i popolamenti macrozoobentonicidi fondi molli sono molto limitati [8,15].Nonostante dall’esame di varie fonti bibliografichetale ambiente risulti ampiamente colonizzato in specialmodo nel piano circalitorale.C. racemosa può affermarsi rapidamente grazie allasua capacità di riprodursi per frammentazione, attraversouna riproduzione sessuata, ed alla possibilitàdi utilizzare le sue estremità sferiche (ramuli figura3) come propaguli.È in grado, inoltre, di produrre Caulerpenina (sesquiterpenoide),un metabolita citotossico che costituisceun meccanismo di difesa dagli erbivori, e cheè in grado di aumentare le capacità di competizionedell’alga (effetto antifouling).La clorophyta grazie ai suoi stoloni che si accresconovelocemente può soppiantare completamente lecomunità algali autoctone raggiungendo in sei mesiuna copertura del 100% del substrato, riducendo ilFigura 1: Caulerpa racemosa sui fondali rocciosidella costa nord elbana.Figura 2: L’alga fotografata nelle vicinanze diuna prateria di Posidonia Oceanica (L.) Delile.245

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