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Dall’ambiente un aiuto per l’ambiente: l’impiego di biofitofarmaci per un’agricoltura sostenibileprincipio attivo e da co-formulanti. Il principio attivodeve essere in grado di svilupparsi nell’ambiente incui viene immesso, deve essere efficace nei confrontidel patogeno bersaglio e non deve creare problemiall’uomo e all’ambiente, mentre i co-formulanti devonogarantire una shelf life (intervallo di tempo entroil quale è garantita la sopravvivenza di almeno il 50%del principio attivo contenuto nel prodotto) adeguata,devono favorire lo sviluppo e l’attività dell’antagonistae devono risolvere i problemi tecnologici connessicon l’applicazione. Un buon biofitofarmaco deveessere efficace, economico e affidabile: i risultatiottenuti devono essere ripetibili e riproducibili.L’impiego di biofitofarmaci mostra numerosi vantaggima, al contempo, alcuni svantaggi. Tra gli aspettipositivi derivanti dall’impiego di questi fitofarmaci, lasicurezza per le persone (durante il trasporto, l’utilizzodel prodotto e per i residui che permangono suiprodotti vegetali) e per l’ambiente (grazie soprattuttoal limitato spettro d’azione e ai trascurabili effetticollaterali nei confronti degli ecosistemi) sono i principalipunti di forza. Ma si deve anche considerareche se uno dei principali limiti dell’impiego di fitofarmacia base di composti di sintesi risiede nell’elevataprobabilità di insorgenza di ceppi patogeni resistenti,questo problema, al contrario, difficilmente insorgenei confronti dei microrganismi utilizzati comebiofitofarmaci. Un altro vantaggio nell’utilizzo diquesti prodotti risiede nella possibilità di avvalersidelle conoscenze biotecnologiche, attualmente semprepiù all’avanguardia, al fine di migliorare leperformance dei microrganismi antagonisti utilizzaticome principio attivo oppure per facilitare la produzionee la conservazione del prodotto. I microrganismiantagonisti possono essere sottoposti a miglioramentogenetico attraverso mutagenesi (per mezzo diinduzione di mutazioni o selezione di mutanti naturali)e ricombinazione per via sessuata o asessuata(anastomosi e fusione di protoplasti) o attraverso trasformazione.Nei primi due casi si ottengono organismimigliorati ma non geneticamente modificati.In realtà i biofitofarmaci non rappresentano la soluzionedi ogni problema per la lotta ai patogeni vegetali;accanto ai non pochi vantaggi fin qui elencati, è doverosoanalizzare criticamente anche gli svantaggiche l’utilizzo di questi prodotti implica. In un confrontodiretto tra biofitofarmaci e farmaci di sintesi, i primiappaiono più lenti nel produrre gli effetti desideraticon, inoltre, un’efficacia biologica inferiore. Questoè dovuto al fatto che, trattandosi comunque di organismiviventi, richiedono un certo tempo per manifestarela loro attività e, quindi, sono poco efficaci inpresenza di una elevata pressione del patogeno bersaglioe risultano essere molto sensibili alle condizioniambientali. Un altro aspetto importante dal puntodi vista economico, che non sempre gioca a favoredell’impiego dei biofitofarmaci in alternativa a fitofarmacidi sintesi, è rappresentato dal ridotto spettrod’azione. Questo fattore, seppure interessante da unpunto di vista ambientale in quanto riduce l’impattodelle applicazioni, riduce anche il mercato potenzialedel prodotto, rendendolo meno remunerativo.Infine, particolare attenzione deve essere rivolta aduna corretta conservazione dei biofitofarmaci al finedi garantire la vitalità del principio attivo e preservarnel’azione antagonista. Temperatura e umidità rappresentanoparametri ambientali critici che influenzanosensibilmente la shelf life del prodotto.Allo sviluppo di un biofitofarmaco concorrono quattrofasi principali: l’isolamento, la selezione, la produzionedi biomassa e la formulazione, cui seguono ilconfezionamento e la distribuzione. Ciascuno di questipassaggi risulta essere critico. In generale, la sceltadell’antagonista dovrebbe essere condotta tra queimicrorganismi che meglio si adattano all’ambientein cui il patogeno trova le condizioni ideali per accrescersie svilupparsi e che si riproducono mediantestrutture particolarmente interessanti per la produzionedi biomassa (conidi, clamidospore, spore batteriche…)e pronte a riprendere l’attività vegetativanon appena le condizioni ambientali lo consentono.I biofitofarmaci possono essere utilizzati non solo instrategie di agricoltura biologica ma anche, e meglioancora quando compatibili con i principi attivi di originechimica, in una gestione integrata delle malattievegetali, permettendo, comunque, di ridurre l’impie-gli autoriDipartimento di Coltivazione e Difesadelle Specie Legnose «G. Scaramuzzi»,Sezione Patologia Vegetale,Facoltà di Agraria, Università di Pisa,Via del Borghetto, 80 - 56124 PisaTel. 0505715561 g.vannacci@agr.unipi.it2 sarrocco@agr.unipi.it* autore per corrispondenza171

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