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Revista de Letras - Utad

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La dimora, il caffè, il villaggio… 189esclusione, di un’esistenza condotta forse eccessivamente ai margini <strong>de</strong>lla vitareale. Ma il timore <strong>de</strong>i cambiamenti e l’impressione di poter essere sommersidagli eventi rimane molto forte, e il tentativo di chiusura, di “<strong>de</strong>limitazione diuna porzione di spazio che metta al riparo dal tempo che passa”, (Burgos 1992:4) divenendo vero e proprio rifugio, rappresenta un comportamento rilevante.Gran<strong>de</strong> importanza, fra le modalità con cui tale isolamento viene realizzato, hala rotina, la quotidianità; qualsiasi evento è ignorato e perfino la guerra e le suecru<strong>de</strong>ltà, appena sussurrate, sono minimizzate e vissute come fatti tutt’altro chestraordinari. D’altra parte gli accadimenti confermano spesso la pericolosità diogni evento “extra-ordinario”: perfino la notizia di un grave scandaloriguardante i traffici illeciti di un noto banchiere provoca una forte reazionenegativa nei vila-velhensi, per i quali “o resto das certezas e confianças foiabalado até aos alicerces (CR, 52), così come l’arrivo di Aníbal, personaggiorilevante nel romanzo, rappresenta un evento che “perturbava o quotidiano,como se provocasse um súbito <strong>de</strong>sfoque da realida<strong>de</strong> e, através dapersonalização da <strong>de</strong>cadência, arrastasse consigo um pressagio capaz <strong>de</strong> abalartodas as certezas adquiridas” (CR, 41). E quando scoppia la bomba <strong>de</strong>l Pattogermanico-sovietico, Rodrigo Veloso Nunes nell’appren<strong>de</strong>re la notizia daigiornali ha una “vertigem” (CR, 171), immagine inibitrice di ogni ascesa e,soprattutto, richiamo brutale all’umana e presente condizione terrestre (Durand1972: 106); per non parlare <strong>de</strong>l “ciclone terrível” (CR, 198) che colpisce il paesenell’inverno <strong>de</strong>l 1941, consi<strong>de</strong>rato addirittura più grave <strong>de</strong>lla guerra. Vacertamente tenuto presente che questa forte istanza centripeta è rafforzata dalmomento di gran<strong>de</strong> incertezza sul piano politico complessivo. Non vasottovalutato in effetti l’impatto che la seconda Guerra Mondiale ebbe sulla vitaeconomica e sociale <strong>de</strong>l Portogallo. I problemi <strong>de</strong>ll’economia internazionale nonpotevano non ripercuotersi sullo sviluppo economico <strong>de</strong>ll’intero Paese, tanto piùche l’atteggiamento di Salazar riguardo al blocco economico anglo-americanoebbe gravi ripercussioni in Portogallo (Rosas 1990), cosicché il timore <strong>de</strong>l tempomanifestato da Vila Velha può ben configurarsi come metafora di un’angosciaconcreta difficile da ignorare. In questa ottica si giustifica il tentativo di sottrarsiallo scorrere <strong>de</strong>l tempo mediante l’isolamento dal «fuori» sconosciuto eminaccioso, e la conseguente chiusura entro i propri confini per proteggersi daipericoli <strong>de</strong>l mondo esterno.È pur vero d’altron<strong>de</strong>, come rileva Jean Burgos, che di fronte all’angosciasuscitata dal tempo una <strong>de</strong>lle possibili reazioni <strong>de</strong>ll’essere consiste nella ricerca<strong>de</strong>lla perennità al di fuori <strong>de</strong>l tempo stesso, in un certo senso “negandolo”attraverso la creazione di spazi chiusi e protettivi:

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