Revista de Letras - Utad

190 Cesarina Donatile refus du temps qui passe trouve ici réponse à l’angoisse dans laconstruction et l’aménagement de refuges,la quête de lieux clos, ladélimitation progressive d’espaces dans l’espace, et de nouveaux espaces àl’interieur de ceux-ci, comme si l’edification et le renforcement d’espacesprivilégiés, de plus en plus réduits, devaient permettre enfin de se mettre àl’abri du temps dégradant des horloges. La perennité, [...]est cherchée cettefois non plus dans le temps mais hors du temps chronologique, [...].(Burgos 1982: 127).Così gli abitanti di Vila Velha delimitano, all’interno del villaggio, lo spaziochiuso del Café Républica che respinge il tempo fuori del suo “espace heureuse”(Burgos 1992: nota 9), nonché quello dell’antica dimora di una delle famigliepiù in vista del paese, “um casarão de vinte quartos, cave, sótão e jardim” (CR,8), presentato fin dalle prime pagine del romanzo: circondata dal giardino, che laisola dall’esterno, e dal patio, ulteriore schermo fra il «fuori» e il «dentro», laCasa Grande si rivela un microcosmo autosufficiente oltre il limite del qualetutto è pericolo. Luogo di riparo e di intimità protettiva, è l’ideale perché in essasi realizzi il progressivo ripiegamento dei suoi abitanti, sia pure con diversemodalità. Judite, protagonista femminile del romanzo, non solo vive sempre incasa, ma per di più rinchiusa nella sua stanza, osservando “as constelações nocanto do céu que conseguia ver do seu quarto” (CR, 47). Tuttavia qualcosa dimolto importante sta per accadere nella sua vita, l’incontro con Pedro Neves.Questi, colpito da gravi dolori, cerca di vincere la sofferenza lottando per unmondo più giusto, e inizia la vita da clandestino durante la quale chiede aiuto aJudite affinché gli procuri un posto dove stare al sicuro. La giovane lo nascondeall’insaputa di tutti nella cantina della Casa Grande, ulteriore rifugio all’internodel microcosmo costituito dalla dimora. Al buio, avvolti dal silenzio della casa,scendono nel sotterraneo tenendosi per mano, e lì vivono la loro imprevedibilestoria d’amore. Si tratta però di un amore impossibile poiché le loro vite sonotroppo diverse, e dopo la fuga di Pedro dalla Casa Grande, Judite, addolorata,restringe ancor di più il suo spazio vitale, ritirandosi quasi esclusivamente nelguscio protettivo della sua stanza, dove può sognare ancora ricordando l’intimitàdella cantina, in un moto di ripiegamento e di contrazione reso particolarmenteevidente dall’immagine inequivocabile del tunnel (CR, 74).L’unica apertura, allorché si incontrano nei corridoi della grande casa, èrappresentata dalla zio Aníbal, a sua volta ripiegato sui suoi ricordi, ma ancoracapace di vedere l’orizzonte, benché all’interno del suo “quarto azul” (CR, 111).L’orizzonte di Aníbal ha peraltro in sé una doppia valenza: è sì spazio aperto, macoincide ad un tempo con lo spazio chiuso della stanza, che è per di più azzurra,come il cielo. Una doppia valenza dovuta forse all’innata capacità dello zioAníbal di vivere spazi liberi e aperti dentro di sé. Ritornato nell’antica dimora