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Revista de Letras - Utad

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192 Cesarina Donatiil tempo, ma cercano di vincerlo guadagnando l’infinito mediante quella cheJean Burgos <strong>de</strong>finisce l’accettazione “camuffata” (Burgos 1982: 127), ovveroassecondandone e riproducendone il ritmo incessante. È per questa ragione che ipersonaggi hanno bisogno di movimento e non di limitazioni. La partenza, a<strong>de</strong>sempio, apre dinanzi all’essere tutte le promesse <strong>de</strong>l possibile, provocando unentusiasmo incontenibile dopo una lunga reclusione. In Café República in effettiricorre spesso il tema <strong>de</strong>lla partenza, seguita non di rado dal ritorno e quindi dauna nuova partenza: si manifesta dunque una forte istanza centrifuga, una fugadallo spazio <strong>de</strong>terminato che permetta la proiezione fuori di sé. Anche Aníbal,constatata l’inutilità <strong>de</strong>lla permanenza nella Casa Gran<strong>de</strong> per lenire il dolore diuna vita senza la moglie amata, compren<strong>de</strong> che è giunto il momento diripren<strong>de</strong>re il cammino.Il movimento all’interno <strong>de</strong>l romanzo si realizza peraltro non solo attraversoi viaggi ma anche con una serie di microspostamenti. Abbiamo visto Juditemuoversi di frequente all’interno <strong>de</strong>lla dimora, lungo i corridoi <strong>de</strong>lla CasaGran<strong>de</strong>; allo stesso modo Aníbal trascorre ora il tempo “vagueando pela casasem objectivo aparente” (CR, 111). Altra importante modalità di rispon<strong>de</strong>reall’impulso cinetico è la memoria. Gli spostamenti <strong>de</strong>lla giovane nell’ambito<strong>de</strong>lla casa sono incessantemente scanditi dalla sua abitudine a “<strong>de</strong>senterrarmemórias” (CR, 83), un atteggiamento in cui il <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio di vita èinvolontariamente rivelato proprio da quel <strong>de</strong>senterrar – termine che ricorre congran<strong>de</strong> frequenza nei tre romanzi – che, lungi dall’essere macabro, mostra alcontrario la volontà di riportare alla luce, e dunque alla vita, qualcosa che hacertamente meritato di essere vissuto. Aníbal, a sua volta, «<strong>de</strong>senterra»,potremmo dire, una quantità incredibile di oggetti riportandoli in casa dallacantina e dalla soffitta in cui giacevano inutilizzati, probabilmente mosso dallostesso impulso. Ancora più lontano si spinge Josué, padre di Judite, quando,recuperato il diario <strong>de</strong>l figlio morto, lo mette al sicuro in un cassetto ove sperache qualcuno un giorno lo trovi, affidando il passato al futuro nel disperatotentativo di un padre di consegnare il figlio a una sorta di immortalità.L’obiettivo sembra dunque quello di viaggiare nel tempo, precisamente perpoterne accompagnare la valenza cinetica quasi divenendo parte <strong>de</strong>l suoandamento ciclico, il solo in grado di assicurare all’essere almeno l’illusione – senon proprio la speranza – di una forma, sebbene precaria, di continuità.Lo sgretolarsi <strong>de</strong>l rifugio, e la conseguente irruzione <strong>de</strong>l nuovo cheaccompagna il fluire <strong>de</strong>l tempo, si <strong>de</strong>lineano con sempre maggiore chiarezza inCafé Central 2 (Guerra: 1988). Inizialmente in verità si manifesta lo stessoatteggiamento di Vila Velha nei confronti <strong>de</strong>gli eventi storici che sembrano2 D’ora in poi indicato con la sigla CC, seguita dal numero <strong>de</strong>lla pagina cui si fa riferimento.

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