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Revista de Letras - Utad

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194 Cesarina Donatigeneralmente vissute con molta diffi<strong>de</strong>nza, e gli abitanti di Vila Velhacontinuano ad accettare malvolentieri il tempo che trascina nella sua voragineuomini e i<strong>de</strong>e. La speranza ormai sembra riservata solo ai giovani che, in quantotali, non conoscono ancora l’amarezza <strong>de</strong>lla disillusione:Juventu<strong>de</strong> e <strong>de</strong>sespero são coisas altamente compatíveis com aesperança, esse sentimento fluido, vaporoso e forte que a Históriagulosamente <strong>de</strong>vora. (CC, 290)Questa immagine <strong>de</strong>l tempo divoratore – più volte evocata – dimostranuovamente il terrore, l’angoscia davanti al mutamento e alla morte che solo ilrifiuto <strong>de</strong>lla temporalità può, se non far svanire, almeno attenuare. In realtà, iltentativo di immobilizzare il tempo per neutralizzare l’angoscia suscitata dalfluire travolgente <strong>de</strong>ll’esistenza, come abbiamo visto altre volte, fallisce. VilaVelha si avvia a raggiungere la consapevolezza non solo di non poter contrastarela forza <strong>de</strong>molitrice <strong>de</strong>l progresso che avanza, ma anche di essere impotentedinanzi alla Storia che incalza. Ciò nonostante, alcuni vogliono ancora illu<strong>de</strong>rsiche la Storia sia addirittura tanto immobile da essere pietrificata (“Nessemomento a História parecia a alguns petrificada num imobilismo irredutível e<strong>de</strong>finitivo” (CC, 402). Ma poiché il tempo e lo spazio rappresentano una cosìforte minaccia che <strong>de</strong>ve essere esorcizzata, paradossalmente è proprio l’illusione<strong>de</strong>ll’immobilità nella quale viene vista la Storia a far sì che l’effettiva mobilitàvenga accettata senza per questo esserne travolti, come se tale illusione,attenuando la reazione emotiva di fronte al movimento, fosse in grado diproteggere dai possibili effetti negativi <strong>de</strong>l moto esterno.La ricerca <strong>de</strong>l movimento è d’altron<strong>de</strong>, come abbiamo visto, una <strong>de</strong>llepossibili reazioni dinanzi al pericolo <strong>de</strong>ll’immobilità: ciò che cambia, qui, è soloil grado di coscienza, ma non l’effetto prodotto da tale reazione. Aníbal, a<strong>de</strong>sempio, sempre più spesso lascia il mondo chiuso <strong>de</strong>lla stanza azzurra perrecarsi nel giardino <strong>de</strong>lla Casa Gran<strong>de</strong>, nel quale effettua spedizioni che glipermettono di vivere <strong>de</strong>lle storie fantastiche. Del resto la passeggiata riducel’arco <strong>de</strong>ll’oscillazione, permettendo di go<strong>de</strong>re <strong>de</strong>i vantaggi <strong>de</strong>l movimento e<strong>de</strong>ll’esterno senza scontarne i risvolti allarmanti. Ne risulta così un tentativo diviaggio che può condurre a dimensioni misteriose. Ancora una volta, anche lamemoria conferma l’impulso alla mobilità. Il passato riaffiora nella mente diAníbal e i suoi racconti di ippopotami e cannibali incontrati durante i lunghiviaggi eccitano l’immaginazione già fervida <strong>de</strong>l nipote David che, fra le storie<strong>de</strong>llo zio e l’album <strong>de</strong>i ricordi <strong>de</strong>lla zia Judite, trascorre serenamente il tempo nelcasarão.

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