Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

contemporaneo al nostro viaggiatore, aveva perfezionato la fortificazione
della città in seguito ad alcuni moti di ribellione 111 nati in alcune province
dell‟impero. Le cinque porte d‟ingresso alla città, tutte munite di ponti
levatoi e protette da cancelli, sono sorvegliate incessantemente dalle
guardie dirette dal signore di Stadiera, capo del Consiglio di Guerra. La
città è disseminata di edifici privati e pubblici, in particolar modo chiese
che però non eccedono in magnificenza. Di riguardevole tra gli edifici, il
viaggiatore nomina il palazzo dell‟imperatore e quello dell‟arciduca che gli
si erge di fronte, anche se “sono palazzotti assai onorevoli, ma però non vi
è cosa di miracolo”. Oltre all‟arsenale ben fornito, il viaggiatore rimane
colpito dalla ricchezza della biblioteca imperiale che conserva grandi
varietà di libri che spaziano dall‟ambito scientifico a quello letterario a
quello di puro svago. Ci sono manoscritti antichi, come le lettere papali
inviate a Carlo Martello Pipino e Carlo Magno, testi di stampo eretico, e
libri appartenuti a personaggi celebri successivamente donati o sottratti ai
loro vecchi proprietari, come quelli appartenuti al duca d‟Atri, Andrea
Matteo d‟Acquaviva, a Giovanni Sambiaco o a Mattia Corvino, re
d‟Ungheria.
A.V. non si fa mancare la visita alle stalle imperiali, di cui non
dimentica di annotare nemmeno la dieta dei cavalli, e una bella passeggiata
Asburgo, vi aveva insediato come re Giovanni Zápolya, già governatore della Transilvania. Due anni
dopo, Ferdinando I che non intendeva rinunciare alla corona d'Ungheria gli dichiarò guerra,
sconfiggendolo e cacciandolo da Buda. Ciò provocò l'ira del sultano Solimano il Magnifico che riprese le
armi contro gli Asburgo, giungendo ad assediare Vienna nel 1529. Ferdinando I impotente davanti alla
supremazia dell'esercito turco, fu costretto a firmare un accordo in base al quale l'Ungheria centrale
sarebbe passata sotto il dominio turco. A proposito dell‟impero asburgico si leggano, tra gli altri: G.
Clark, J. Butler, J. P. T. Bury, E. A. Benians (a cura di), Storia del mondo moderno, vol. III, Milano 1988;
R. A. Kann, Storia dell’impero asburgico. 1526-1918, Salerno 1998;
111 Probailmente il nostro viaggiatore si riferisce ai moti di ribellione che fecero eco alla Battaglia della
Montagna Bianca (8 novembre 1620), scontro decisivo della Guerra dei Trenta Anni.
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