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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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e libertà. Ma, la partenza è accompagnata da <strong>un</strong>a vasta gamma <strong>di</strong> emozioni<br />

e stati psicologici: alienazione, ambiguità, angoscia, smarrimento che il<br />

viaggiatore affronta, a seconda delle motivazioni del <strong>viaggio</strong> e delle<br />

epoche, con inquietu<strong>di</strong>ne, sofferenza, come nel caso dell‟esilio, o <strong>di</strong>stacco e<br />

osservazione oggettiva come sarà la moda settecentesca.<br />

Fin dagli albori della letteratura <strong>di</strong> <strong>viaggio</strong>, era pensiero com<strong>un</strong>e che<br />

quest‟ultimo avesse facoltà <strong>di</strong> ampliare le conoscenze e acuire<br />

l‟intelligenza del viaggiatore non solo perché costui si trovava a dover far<br />

fronte agli inconvenienti e ad affrontare con luci<strong>di</strong>tà momenti “scomo<strong>di</strong>”,<br />

ma anche, come sostenne Strabone, perché esso garantiva l‟interazione con<br />

le “menti degli uomini”.<br />

Il filosofo errante dell‟antichità <strong>di</strong>viene il viaggiatore umanista del<br />

Rinascimento e, in seguito, il viaggiatore scienziato del Settecento e del<br />

secolo successivo. I cambiamenti operati dal <strong>viaggio</strong> in colui che parte si<br />

evidenziano nel carattere del viaggiatore come prodotti dell‟osservazione,<br />

del confronto, dell‟affinamento del giu<strong>di</strong>zio, della capacità <strong>di</strong> formulare<br />

<strong>un</strong>‟immagine o <strong>un</strong>a rappresentazione generale del mondo sulla base <strong>di</strong><br />

osservazioni 4 . Il contatto con l‟altrove e con l‟altro da sé, e quin<strong>di</strong> con<br />

realtà storico-geografiche <strong>di</strong>verse e con etnie <strong>di</strong>fferenti fu poi considerato,<br />

in epoca rinascimentale da precettori come Lassels o Francesius,<br />

fondamentale per l‟educazione del giu<strong>di</strong>zio esercitato nel confronto dei<br />

costumi e delle cose, e cioè nell‟imparare a <strong>di</strong>scernere tra buono e cattivo e<br />

tra ciò che va imitato o che deve essere aborrito. È questo il motivo<br />

fondamentale per cui il Grand Tour, <strong>di</strong> moda tra i rampolli inglesi del XVII<br />

e XVIII secolo e caldamente raccomandato da Locke, era considerato come<br />

completamento dell‟educazione. Lo stesso Francis Bacon nel suo Of Travel<br />

del 1625 scriveva che il <strong>viaggio</strong> costituisce per il giovane, già istruito sulla<br />

4 E. J. Leed, La mente del viaggiatore, op. cit., p. 83.<br />

4

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