Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

e si è veduto in queste guerre che pochi cavalieri italiani e francesi sono rimasti senza
carico mentre abbino fatto il debito loro.
S‟aggiunge perché se bene la paga dell‟imperatore non è corrente, per il capo è meglio
perché con il tempo della licentia di reggimento si paga 2/3 o 3/3 almeno delle paghe,
delle quali il capitano viene aver fatto capitale, mentre non corre la paga. Il povero
contribuisce e grossamente ne può il principe vietarlo, che è molto meglio, che se
corrono le paghe ogni mese.
Ho di sopra parlato della propria persone dell‟imperatore, soggiungerò qualche cosa de
fratelli, de figlioli e della dispositione, che ha sua maestà con loro e con i principi
forastieri.
Ha la maestà sua due figli maschi e due femine, il primo è l‟arciduca Ferdinando
Ernesto di età di 14 anni di bellissimo ingegno e buon giuditio etiam ultra etatem, ma di
pochissima sanità e da far poco fondamento su la sua vita; l‟altro è Leopoldo in abito di
prete di dieci anni, spiritolo, vivo, e di buona complesione. Le femine sono di 12 e 13
anni, è la prima bellissima, l‟altra non è tanto. I fratelli sono Leopoldo e Carlo, il primo
gode il Tirolo, l‟Alsatia, e quello che è in Grisoni, il vescovato di Passa ed Argentina e
fra tutto deve aver meglio di cinquecento talleri d‟entrata, è d‟età di 36 anni in circa,
uomo di vasti concetti, ma si raffredda nell‟esecutione, vario, vuole essere stimato
soldato, e veramente anco intende, e principe interessato et ha delli fini proprii, e si è
creduto che gli sia grandemente dispiaciuto il novo accasamento dell‟imperatore, perché
avessa voglia lui di pigliar moglie, e volentieri vorrebbe esser egli il re de romani.
Pretende il Tirolo libero, come l‟aveva l‟arciduca Massimiliano, però non se li è voluto
dare, e per questo e per altro professa inimicitia col Echembergh, donde viene che alla
corte non si desidera molto e quando ha fatto istanza di voler venire gli è stato risposto
che non è bene.
L‟arciduca Carlo è minore e vescovo di Vratislavia e (…) che gli devono rendere con il
gran maestrato de cavalieri teutonici, et altro che ha del governo di Slesia da
duecentomila talleri. È bonissimo cacciatore, e questa è la sua massima professione,
uomo di bonissimo tempo e nel resto val pochissimo, e lascia correre il mondo come va.
L‟imperatore sta benissimo con tutti i potentati fuori di Germania, eccetto con i
venetiani e con il duca di Savoia.
53