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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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elaborato dalle nostre capacità intellettive. Spostarsi tra i vari luoghi<br />

mentali non significa soltanto sognare ad occhi aperti <strong>di</strong> trovarsi altrove,<br />

ma significa essere capaci <strong>di</strong> costruire <strong>un</strong>a realtà soggettiva ed immaginata<br />

parallela a quella concreta. Il luogo mentale <strong>di</strong>venta, perciò, il posto in cui<br />

ci si rifugia per creare <strong>un</strong>a nuova realtà composta <strong>di</strong> idee, pensieri,<br />

situazioni fantasticate o realmente vissute, luoghi concreti o inventati.<br />

Quello mentale <strong>di</strong>venta il luogo in cui l‟essere umano si costruisce e dà<br />

libero sfogo alle sue personalità parallele e quin<strong>di</strong> a tutte le vite che gli<br />

competono.<br />

L‟evasione mentale può o meno essere il frutto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a decisione<br />

presa coscientemente. Una deliberazione auto-indotta o generata da <strong>un</strong><br />

fattore esterno, ovvero da stimoli percettivi che, eccitando i sensi,<br />

provocano <strong>un</strong>‟azione mentale inconscia. Ci si ritrova, quin<strong>di</strong>, nuovamente<br />

immersi in <strong>un</strong> mondo soggettivo, dove i paradossi e la fantasia<br />

rappresentano la parte più vitale.<br />

Quale esempio più significativo, a questo proposito, della recherche<br />

proustiana. Á la Recherche du temps perdu e poi Le Temps retrouvé sono<br />

sicuramente le opere più rappresentative <strong>di</strong> questo modo <strong>di</strong> concepire i<br />

movimenti cerebrali. La memoria, in questo caso, gioca <strong>un</strong> ruolo<br />

fondamentale. Lagarde e Michard affermano che Proust<br />

Sait que le moi n‟est pas <strong>un</strong>e donnée immobile, qu‟il se<br />

transforme sans cesse [...] il sait que seul le passé nous<br />

est acquis et que “les vrais para<strong>di</strong>s sont les para<strong>di</strong>s<br />

qu‟on a perdus”. Perdus à jamais? Non, car la mémoire<br />

va les ressusciter, mémoire involontaire mais<br />

<strong>di</strong>sponible, accueillant l‟apparition mystérieuse,<br />

imprévue, grâce à laquelle va se construire, sur le goût<br />

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