Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

lassano andare quasi in rovina. Vi sono ancora alcun‟altri palazzi ma tutti bassi e senza
conci e paiono più tosto per dire il vero case di villa, che di città.
Il primo di ottobre, mi fermai pure nella città, ma però non veddi altro che una quantità
d‟artigliarie anzi artifici d‟ogni professione, però con robbe più a buon mercato di
Roma, ma non già in tanta quantità, almeno apparentemente. La città fa
trecentosessantamila anime; è assai abbondante rispetto al gran popolo. Vivesi in essa
molto religiosamente per la diligenza, et esquisita vigilanza del cardinale Boromeo
arcivescovo. Nel resto vedesi pochissima nobiltà, e manco cavallaria. Le donne sono
bruttissime tutte universalmente, e vanno vestite goffamente et anco vilmente et
insomma città più d‟artigiani che di gentiluomini.
Partii di lì il 2 d‟ottobre e passando per Binasco sempre per una amena pianura irrigata
da quantità d‟acque, veddi, prima d‟arrivare a Pavia, il monasterio della Certosa
fabricato da Giovanni Galeazzo visconte, primo duca di Milano. Fabrica certo di
qualsivoglia re, è la chiesa assai capace e grande con tre navi con le sue braccia e la
tribuna d‟architettura tedesca, ma però delle più moderne è in vero bellissima. Tutti i
pilastri e cornicioni e spigoli della volta sono di marmi fini, la tribuna poi è bellissima e
nell‟altare di essa è un superbo cibario di pietre fine, e così è l‟incrostatura della
cappella, sonvi di molte pitture. Vi sono sopra una porta i ritratti delle moglie di
Visconti duchi di Milano di bassi rilievi molto belli. Vi è la sepoltura di Giovanni
Galeazzo molto superba. La facciata della chiesa è tutta di marmi bianchi fini piena di
statue e di bassi rilievi eccellenti; et in vero è cosa mirabile. Evvi nel punto della croce
della chiesa una cuppoletta, che di fuora è coperta come tutta la chiesa di piombo, ma
divisa in tre ordini di colonne molto superbamente come è tutta l‟incrostatura della
chiesa.
Vi è una bellissima sacrestia piena di buone pitture e con ogni altro requisito necessario
superbissimo. Il claustro, come le celle sono splendidissime, sonvi molt‟altri claustri et
infinite commodità per habitare; in somma credo che sia il più bel monasterio d‟Italia.
Di lì a cinque miglia trovasi Pavia, Pavia chiamata da Tacito nel terzo e diciassettesimo
degli Annali, e collocata su la riva del Tesino, sopra vi è un ponte superbissimo tutto
coperto; è di lunghezza per due volte e più d‟un ponte di Roma. La città è ben
fortificata, ma non ha altra fortezza che il castello vecchio, dove già abitavano i Visconti
principi di essa, ch‟è fabrica grande ma antica e mal tenuta. Vi sono di belli edifitii
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