Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

simile un principe solo e sia chi si voglia ma molti insieme, trattando però in un arsenale
solo.
Mi fu fatto poi vedere uno studio di teste antiche e statuette del pror Contarino, dove
veddi belle cose oltre a qualche buon quadro e ci è un letto d‟ebano tutto istoriato
d‟agate, lapislazzari, corgnole, diaspri e cose simile che veramente è il più bello che io
habbia visto.
Veddi poi anco il modo d‟imbiancare la cera ch‟è bella cosa. Il dì sequente de 20 udii
messa in San Francesco, chiesa de padri zoccolanti molto bella con ragionevoli pitture e
con belli depositi. Similmente San Domenico e Crociferi, San Francesco di Paola, San
Giuseppe e molt‟altre chiesenelle quali tutt‟è gran quantità di pitture del Tintoretto e
Palma, e nelli Crociferi evvi un martirio di San Lorenzo di Titiano che in vero è molto
bello. Veddi anco la Galleria della Procuratio dove sono poche, ma bonissime statue
antiche e teste bellissime e ben conservate. Evvi pure a canto la libreria lassata dal
cardinale Bessarione piena di libri latini e greci che in vero è cosa superba e tutta piena
di bellissime pitture et ornamenti indorati molto belli. La Zecca pure è cosa da vedere.
Andai l‟istisso giorno a Murano, dove si fabricano i bicchieri, vi sono alcuni vaghi
benché piccioli giardini et è bellissimo luogo.
Il dì 21 andai in Gran Conseglio e veddi l‟ordine di creare gli officiali a diversi
magistrati che in vero è cosa bellissima, considerando che è dove tutto il corpo della
Repubblica e quasi tutto che sia un ordine così presto e maraviglioso. Il tesoro
parimente veddi cosa ricchissima ma non però d‟esquisite gioie, essendo la maggior
parte cose antiche, ma però è cosa superba. Salii l‟istesso giorno il campanile di San
Marco d‟onde non solo si scopre la città, ma vedesi tutte l‟isolette a torno et anco una
forma minutissima bellissima vista. Veddi anco molt‟altre chiese e palazzi che saria
troppo lunga cosa il descriverli. La città in somma è piena di nobiltà e ricchezze, passa
ducentomila anime. Vi è per tutto gran libertà, sono i gentiluomini devoti assai, ma la
gioventù un poco insolente, hanno però qualche cosa della devotione, che portavano alla
sede apostolica dopo l‟interdetto parendoli che si sia stato fatto torto e tanto sono fissi in
quest‟opinione che etiam le persone più religiose e pie vi persistano ostinatamente.
Di Venetia partii il dì 22 di settembre e smontando di barca a Lizza Fusina, andando
sempre lungo a Brenta, dove sono nobilissime ville e belle de nobili venitiani, gionsi a
Padova, Patavius chiamato da Tacito nel sedicesimo e diciassettesimo degli Annali fu
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