Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

Tevere, rimanendo affascinato dal ponte di Rialto e dalle botteghe disposte
su due file lungo gli argini. Sulle sue sponde si ergono palazzi e case
notevoli non tanto per la loro architettura, quanto per gli stucchi marmorei
tra i quali riconosce come i più attraenti quelli dei Palazzi dei Grimani,
Cornari, Delfini, Coccii e Lorendani. Si reca in Piazza San Marco dalla
quale si possono ammirare il Palazzo della Procuratoria e il Tempio di San
Marco visitato, però, il giorno successivo all‟arrivo. Di questo scrive che si
tratta di un monumento d‟architettura greca composto di tre cupole, quella
centrale più grande delle due laterali, tre navi e una gran successione di
volte e colonnati. Mostra sempre molta attenzione nel descrivere i materiali
usati. Ci sono marmi bianchi e misti, colonne di porfido verde e d‟alabastro
trasparente che completano l‟altare del Santissimo Sacramento. I mosaici
della porta del tesoro raffigurano le storie di San Domenico e San
Francesco, predette dall‟abate Gioachino 68 molti anni prima delle loro
nascite. Alla descrizione aggiunge quella della cappella di un cardinale di
cui non ricorda il nome, adornata con tre statue di bronzo, materiale dello
stesso sepolcro, e la raffigurazione della madonna scolpita sulla stessa
pietra dalla quale Mosè fece scaturire l‟acqua. La magnifica facciata è
sormontata da quattro lamine di bronzo e affiancata da tre piedistalli in
metallo sui quali, nelle occasioni solenni, vengono installati tre stendardi
della Repubblica.
Il Palazzo della Signoria, che all‟esterno non mostra particolari
affascinanti, stupisce il nostro autore per la superbia degli interni ai quali
conducono scalinate bordate di belle statue. Il palazzo si compone di
incantevoli stanze e salotti dai soffitti d‟oro e le pareti fregiate di dipinti del
68 Probabile che si tratti dell‟abate Gioacchino da Fiore.
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