Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

altro viaggio introspettivo: il proprio.
Così, il coraggio altrui, unito ad una indubbia vena narcisistica, letto
tra le righe di una vita stampata su carta, esce dal palcoscenico in cui
l‟avevamo osservato e lo assorbiamo ponendoci domande e diventando
curiosi di sapere, conoscere, scoprire ed infine scoprirci.
Pertanto, al di là di analisi prettamente stilistiche alle quali qualsiasi
testo può essere sottoposto, ritengo che l‟autobiografia – anche nel caso in
cui sia priva di valore stilistico ma quantomeno ricca di contenuti di vita –
debba essere esente da ogni forma di pregiudizio letterario di scelta.
In questi termini, l‟autobiografia, letta al di fuori di un contesto
puramente letterario e concepita come risultato di un‟espressione del tutto
personale del rapporto con la propria vita e di quello con la scrittura di essa
acquista il valore che così di frequente l‟interesse contemporaneo è solito
riservare a prodotti artistici di nomi eccelsi – ma pur sempre di esseri
umani – e che, con altrettanto metodo, nega a coloro che non sanno
esprimersi con tanta sublimità pur essendo stati autori ed attori di una vita
dai contorni ricchi di spessore.
Poiché, infatti, l‟uomo nell‟arco della sua esistenza è portato a
confrontarsi con problematiche – divenute oggi i cardini della psicoanalisi
e da sempre della filosofia – imperiture e sostanzialmente analoghe per
tutti, sono arrivata a credere che l‟autobiografia, eco di quelle tematiche,
sia parimenti dignitosa così come lo è la vita del suo autore-uomo.
3.2
Sentirsi estranei a se stessi ed avvertire la propria intimità come un
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