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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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<strong>di</strong>scorso sullo spostamento fisico sono impliciti il p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza e la<br />

meta da raggi<strong>un</strong>gere. Lo stesso si può supporre parlando del movimento<br />

mentale. In seguito ad <strong>un</strong>a sollecitazione – volontaria o meno – ci si stacca<br />

dal luogo <strong>di</strong> residenza per raggi<strong>un</strong>gere quello preposto. Rimane da<br />

chiederci se esista o meno la certezza dell‟approdo.<br />

Quando si elabora il progetto <strong>di</strong> partire si fissa <strong>un</strong>a meta che, salvo<br />

incidenti, viene abitualmente raggi<strong>un</strong>ta. Ma nel caso <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>viaggio</strong> mentale,<br />

si potrebbe mai essere sicuri del compimento dell‟intenzione iniziale?<br />

Credo <strong>di</strong> no. Troppe <strong>di</strong>strazioni, desideri che si affollano, ricor<strong>di</strong> che si<br />

inseguono, incertezza, paura. Sarebbero gli stessi nostri compagni <strong>di</strong><br />

<strong>viaggio</strong> a gettarci in <strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> confusione e smarrimento. Ma si<br />

tratta, in fin dei conti, della stessa paura e dello stesso smarrimento che,<br />

all‟inizio del nostro <strong>viaggio</strong> nel <strong>viaggio</strong>, scoprimmo nel pellegrino ipotetico<br />

ma reale.<br />

Si <strong>di</strong>ceva, all‟inizio del paragrafo, che i moventi che incoraggiano<br />

alla partenza sono <strong>di</strong> varia entità, e se ne includevano alc<strong>un</strong>i come la<br />

curiosità, la necessità <strong>di</strong> cambiamento, il senso del dovere e la ricerca<br />

personale. Gli stessi stimoli sono riscontrabili nel pellegrinaggio mentale.<br />

L‟evasione mentale permette l‟allontanamento da situazioni<br />

insostenibili che non si ha la capacità o la voglia <strong>di</strong> affrontare. Ovviamente<br />

non si parla in termini patologici, nel qual caso la fuga dalla realtà<br />

assumerebbe <strong>un</strong> aspetto dannoso. Ci si riferisce soltanto al genuino<br />

desiderio, che prima o poi ogni uomo avverte, <strong>di</strong> prendersi <strong>un</strong> momento <strong>di</strong><br />

pausa dai problemi della vita.<br />

Ci si libera della quoti<strong>di</strong>anità e ci si rifugia in <strong>un</strong> mondo ideale ma<br />

reale; oppure in circostanze fittizie. Grazie all‟immaginazione si è in grado<br />

<strong>di</strong> muoversi, al <strong>di</strong> fuori del tempo e dello spazio, da <strong>un</strong> luogo mentale<br />

all‟altro, dove per luogo mentale si intende tutto ciò che può essere<br />

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