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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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tempi <strong>di</strong> percorrenza, alle poste, ai cambi <strong>di</strong> moneta, ai suggerimenti su<br />

dove alloggiare e sfamarsi o su quale mezzo muoversi, o quale tragitto<br />

affrontare, integrando le informazioni con carte geografiche o topografiche,<br />

l‟autore <strong>di</strong> memorie <strong>di</strong> <strong>viaggio</strong> pone maggiore attenzione alla forma che alle<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pratico o strategico, come nel caso <strong>di</strong> relazioni redatte<br />

da ambasciatori. Chi scrive memorie, infatti, contrariamente all‟autore <strong>di</strong><br />

guide, si avvale <strong>di</strong> <strong>un</strong>a scrittura più me<strong>di</strong>tata, durante la quale possono<br />

incorrere fattori <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura, come la possibilità della scelta del<br />

soggetto da descrivere o l‟oblio che altera il ricordo.<br />

Appare chiaro, quin<strong>di</strong>, come lo scrivere <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>viaggio</strong> al proprio<br />

ritorno a casa, seduto comodamente in poltrona con i ricor<strong>di</strong> e gli app<strong>un</strong>ti<br />

presi durante il soggiorno altrove, sia strutturalmente <strong>di</strong>verso tanto per i<br />

contenuti quanto per la scelta stilistica rispetto ad <strong>un</strong>a relazione scritta in<br />

loco, dove le asperità e gli infiniti problemi <strong>di</strong> vario genere accompagnano il<br />

viaggiatore in ogni impresa.<br />

Se a ciò aggi<strong>un</strong>giamo che non è <strong>di</strong>fficile incorrere in <strong>un</strong>a relazione<br />

dell‟epoca in cui il suo autore si vanti <strong>di</strong> aver ammirato posti incantevoli o<br />

deprimenti senza per altro esserci mai stato, la questione si complica<br />

ulteriormente. A tale proposito, Attilio Brilli scrive<br />

L‟autore ignoto del Saggio d’istruzione per viaggiare<br />

utilmente, apparso sul «Magazzino toscano» nel 1754,<br />

osserva con acutezza che i viaggiatori quasi sempre<br />

aggi<strong>un</strong>gono alle cose che hanno visto quelle che<br />

avrebbero potuto vedere e, per non lasciare imperfetto<br />

il racconto dei loro viaggi, citano quello che hanno<br />

letto in altri autori, e poiché questi hanno spesso preso<br />

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