Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...
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imparticolare lo stu<strong>di</strong>o pubblico, molte chiese benché siano la maggior parte antiche, ma<br />
imparticolare San Pietro, chiesa ove è il corpo <strong>di</strong> Sant‟Agostino e <strong>di</strong> Severino Boetio,<br />
che scrisse de Consolationi Philosophie offitiata da canonaci regolari lateranensi e da<br />
frati eremitani in <strong>un</strong> istesso tempo. Vi è il domo, Sant‟Agata, Santa Maria delle Pertiche<br />
e molt‟altre chiese principali, e in se la città ha molti e<strong>di</strong>fitii privati onorevoli <strong>di</strong> belle<br />
strade e molta notabilità e farà da trentamila anime.<br />
Il dì 3 d‟ottobre partendo <strong>di</strong> Pavia, passai per il Tesino sopra quel nobilissimo ponte e<br />
poco <strong>di</strong>stante il fiume (…) e <strong>di</strong> lì a quattro miglia il Po e gionsi a pranzo a Voghera,<br />
grosso castello, e molto onorevole e la sera a Tortona, Tortona chiamata, e fu colonia<br />
romana, giace sotto <strong>un</strong> ameno colle in pianura et è ragionevole città con qualche<br />
onorevole e<strong>di</strong>fitio, e fa da <strong>di</strong>ecimila anime e vi sono molte reliquie nella chiesa<br />
maggiore principalissime.<br />
A dì 4 detto, tirando avanti il mio <strong>viaggio</strong> e passando il fiume Scrivia, ved<strong>di</strong> Seravalle<br />
che giace alla destra riva del detto fiume sopra <strong>un</strong> eminente colle e chiamata così per la<br />
strettezza del passo. Più oltre entrasi nel gienovesato, a Gavi, castello de genovesi, e poi<br />
si vede tutti <strong>di</strong> essi genovesi La Rosa castello, e finalmente Ottaggio, civil castello ove<br />
si sta anco benissimo e vi è aria perfetta per essere in mezzo a gli Appennini.<br />
A 5 passando per la sommità dell‟appennino scendemmo per <strong>un</strong>a valle che dal fiume<br />
che la trascorre chiamasi <strong>di</strong> Pozzaverro; è vicino alla città <strong>di</strong> Genova a tre miglia,<br />
cominciansi a vedere li sontuosi palazzi delle ville <strong>di</strong> nobili genovesi che in vero è cosa<br />
maravigliosa vederne tanta quantità, che più tosto vi paiono seminati, che e<strong>di</strong>ficati, ben<br />
è vero che hanno strettezza grande <strong>di</strong> sito <strong>di</strong> modo che non hanno tanto spatio <strong>di</strong> terreno<br />
che li basti a fare quattro passeggiate e non possono però godere altro che i detti palazzi<br />
l‟aria; ma non hanno sito da coltivare ne far giar<strong>di</strong>ni e in questa parte sono ville<br />
infelicissime, hanno anco pochissima quantità d‟acqua, ma alc<strong>un</strong>e ville, così nella<br />
Riviera <strong>di</strong> Ponente, come in quella <strong>di</strong> Levante, che ne hanno qualche poca; <strong>di</strong>modo<br />
bene, e con si belle fonti l‟hanno compartite, ch‟è cosa maravigliosa, e poiché siamo nel<br />
ragionamento delle ville verrò a più particolare descrittione, prima d‟entrare nella città.<br />
È prima nelle Riviera <strong>di</strong> Ponente l<strong>un</strong>go il lito del mare in collina molto dolce, è San Pier<br />
d‟Arena e convicine <strong>un</strong>a infinità <strong>di</strong> ville con superbi palazzi fabricati politissimamente,<br />
abondanti in particolare <strong>di</strong> portici e <strong>di</strong> loggie, et in somma <strong>di</strong> quelle cose, che rende la<br />
fabrica ariosa. Di fuora le facciate per lo più sono depinte, et i tetti sono tutti <strong>di</strong> lavagne,<br />
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