Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

forte amore nei confronti di sé e della propria vita. La scrittura personale, a
maggior ragione se è creata con l‟intenzione di pubblicarla, presuppone un
certo grado di narcisismo. Il mettersi in mostra di fronte ad un vasto
pubblico sconosciuto è una manifestazione di egocentrismo sia nel caso in
cui lo si faccia per dare un senso alla propria vita, sia nel caso in cui si tratti
di voler lasciare traccia di sé.
In qualsiasi modo, l‟impossibilità di distinguere le autobiografie
facendo capo alle intenzioni della loro redazione è un dato di fatto, poiché
non esiste un solo motivo per il quale un uomo decide di raccontarsi. Al
momento della scrittura incorrono, pertanto, il desiderio di non essere
dimenticati, l‟aspirazione all‟immortalità, la voglia di dare un senso alla
propria vita, la necessità di mettersi in gioco per una sorta di sfida con se
stessi e con il mondo, e numerose altre motivazioni.
L‟autobiografia assume le forme di viaggio nel tempo e quelle di
“mappa turistica” in cui sono indicate le tappe principali che il viaggiatore
deve rispettare. Si visitano i monumenti della propria memoria che
risalgono a periodi più o meno antichi. Si tratta di monumenti che lo stesso
viaggiatore ha contribuito a costruire nell‟evoluzione del tempo. Si tratta,
perciò, di esperienze già vissute che sono fatte riaffiorare da uno sforzo
volontario o in modo del tutto inconsapevole.
Il processo attraverso il quale è possibile far riaffiorare il ricordo
stimola uno specifico tipo di memoria: la memoria autobiografica o
episodica che consente di costruire un collegamento tra l‟informazione
temporale, quella spaziale e quella del soggetto ricordante. Il ricordo
personale, perciò, altro non è se non la suddetta informazione rievocata in
un determinato contesto spazio-temporale e legata all‟esperienza personale
di chi ricorda.
Pertanto, il soggetto che riesuma gli eventi o le emozioni passate
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