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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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all‟estero, <strong>di</strong> supplire all‟insofferenza per la quoti<strong>di</strong>anità o <strong>di</strong> sfuggire a<br />

situazioni “scomode”. Abbiamo già detto come il Grand Tour, in voga nel<br />

Seicento e Settecento rappresentasse per i giovani gentiluomini<br />

l‟esperienza ideale per portare a completamento la propria formazione, ma<br />

non si deve <strong>di</strong>menticare che la visione del <strong>viaggio</strong> come mezzo pedagogico<br />

si era già fatta sentire nel tardo Cinquecento tra francesi e inglesi. Le tappe<br />

imprescin<strong>di</strong>bili erano quelle delle principali città italiane, app<strong>un</strong>to Genova,<br />

Livorno, Pisa, Firenze, Roma, Milano, Napoli, Ancona, Bologna, Padova e<br />

Venezia senza escludere Loreto meta ambita dei pellegrini. La pedagogia<br />

umanistica aveva inserito il <strong>viaggio</strong> in Italia tra le esperienze necessarie alla<br />

formazione del futuro uomo <strong>di</strong> Stato: il <strong>viaggio</strong> sarebbe stato <strong>di</strong> supporto al<br />

giovane per convincersi della superiorità dei propri costumi e del proprio<br />

or<strong>di</strong>namento politico. Il resoconto del <strong>viaggio</strong> era redatto da <strong>un</strong><br />

accompagnatore che, oltre a quello <strong>di</strong> f<strong>un</strong>gere da “istruttore” al giovane<br />

affidatogli, aveva l‟onere <strong>di</strong> descrivere il Paese visitato.<br />

Il gusto particolare per le storie, gli eventi meravigliosi, le leggende<br />

straor<strong>di</strong>narie che calmavano la sete <strong>di</strong> novità degli stranieri garantiva <strong>un</strong>a<br />

costante attenzione verso alc<strong>un</strong>e mete che non potevano non essere toccate<br />

durante i tragitti dei viaggiatori del Cinque-Seicento. Tra queste non<br />

possono che essere annoverate le strabilianti località <strong>di</strong> Loosduien in<br />

Olanda, Montefiascone sulla Cassia, e Pozzuoli nei pressi <strong>di</strong> Napoli rese<br />

affascinanti dai racconti fantastici ad esse legati. Loousduien, pur non<br />

essendo <strong>un</strong>a città particolarmente attraente, costituiva <strong>un</strong>a tappa <strong>di</strong> interesse<br />

per la leggenda legata alla lapide sulla quale chi vi si sarebbe recato<br />

avrebbe dovuto rendere memoria alla contessa <strong>di</strong> Hainaut che si <strong>di</strong>ceva<br />

avesse dato alla luce ben 365 gemelli in <strong>un</strong> solo parto. Montefiascone,<br />

tappa obbligatoria per chi si trovasse a percorrere la via Francigena, era<br />

resa celebre, oltre che per la sua bellezza e l‟interessamento papale, dalla<br />

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