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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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pre<strong>di</strong>lige e che non tarderà a trasferire dalle sponde del<br />

Vecchio a quelle del Nuovo Mondo 6 .<br />

Il <strong>viaggio</strong> seicentesco si configura come “pellegrinaggio” da <strong>un</strong>a<br />

città all‟altra e non come <strong>di</strong> soggiorno stanziale protratto nello stesso centro<br />

<strong>un</strong>iversitario, tipico del secolo precedente. Le città italiane agli occhi degli<br />

stranieri, e quelle straniere agli occhi degli italiani – come si vedrà nel<br />

corso dell‟approfon<strong>di</strong>mento sul manoscritto da me preso in esame –<br />

costituiscono agli occhi del viaggiatore che vi transita la più eccentrica e<br />

composita congerie <strong>di</strong> reggimenti politici, giuri<strong>di</strong>ci e amministrativi,<br />

nonché centri che offrono al contempo fenomeni naturali e quelli creati<br />

dall‟uomo, per sod<strong>di</strong>sfare la curiosità intellettuale che si interessa, app<strong>un</strong>to,<br />

<strong>di</strong> tali aspetti.<br />

Il grande interesse che maturò verso l‟inizio del Settecento per l‟arte<br />

classica fece sì che gli itinerari dei giovani viaggiatori europei che<br />

conoscevano come meta italiana la città <strong>di</strong> Roma, si spingessero fino ai siti<br />

<strong>di</strong> Paestum ed Ercolano e conseguentemente Napoli. L‟Italia rappresentava<br />

la tappa fondamentale <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i viaggiatori per i quali questa non era che<br />

<strong>un</strong>a sosta <strong>di</strong> <strong>un</strong> più ambizioso “giro del Levante”, mentre per altri il <strong>viaggio</strong><br />

aveva inizio a Marsiglia e continuava toccando Genova, Livorno, Pisa,<br />

Firenze, Roma, Napoli, Ancona, Loreto, Bologna, Venezia, Padova e<br />

Milano.<br />

L‟educazione del fanciullo passava dalla casa paterna, dove era<br />

affidato alle cure <strong>di</strong> <strong>un</strong> precettore, alla scuola territoriale, al collegio<br />

prestigioso, all‟Università, per poi concludersi nel <strong>viaggio</strong> d‟istruzione nei<br />

gran<strong>di</strong> centri culturali d‟Europa. I rampolli dell‟aristocrazia e della nobiltà<br />

rurale inglese terminavano così la propria formazione culturale nel Grand<br />

6 Ivi, p. 29.<br />

6

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