Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

itrattasse di un personaggio dell‟alta nobiltà o dell‟alta borghesia, in tutti i
modi di un personaggio di spicco. Ad avvalorare la mia tesi stanno le
attenzioni ricevute più di una volta, nell‟arco del viaggio, dalle famiglie
reali e dalla possibilità di entrare a conoscenza di particolari riguardo agli
incassi derivati da questo o quel prodotto e delle rendite dei personaggi di
spicco, solo per citare pochi esempi.
Nella prima parte, lo sguardo attento alla bellezza del paesaggio e
non tanto alle problematiche geo-morfologiche, il gusto per l‟architettura
civile ma il quasi completo disinteressamento per gli affari politico-
commerciali, e infine l‟assenza di una lettera dedicatoria, tanto in uso
all‟epoca, lascia addirittura spazio all‟idea che tale diario fosse stato steso
per esclusivo piacere personale. Il suo occhio osservatore, cambia, però,
nella seconda parte del manoscritto. Qui, infatti, si fa attento a tutte le
novità degli costumi popolari, delle tecniche di lavorazione di manufatti e
prodotti principali di questo o quel paese, delle forme di governo, delle vie
commerciali, delle situazioni politiche e amministrative di ogni regno,
senza tralasciare parole di appezzamento o di assoluta critica e
disapprovazione degli aspetti osservati. Questi particolari lasciano
intendere ancora di più che si trattasse di un “uomo di mondo” informato,
attento scrutatore e con una buona capacità di interpretazione critica.
I riferimenti storici e culturali, la precisione nel descrivere
monumenti antichi, tecniche architettoniche e strumenti tecnologici,
l‟amicizia sottolineata più volte con la nobiltà sua contemporanea, la
snellezza della relazione mai troppo ampollosa ma genuina nell‟esprimere
stupore, disgusto o contrarietà lasciano pensare che il nostro anonimo fosse
un erudito gentiluomo di origine viterbese, poiché in entrambi i viaggi il
punto di partenza si colloca nella città di Viterbo.
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