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Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

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Napoli, denominata Neapolis da Tacito nel quin<strong>di</strong>cesimo degli<br />

Annali, si colloca in <strong>un</strong> sito <strong>di</strong> grande splendore. Gode, infatti, <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />

campagna fertilissima che si estende tra i monti, le colline, la pianura e il<br />

mare che la costeggia. Sorrento e Posillipo “la mettono in superba scena in<br />

nobilissimo teatro” 89 . La città, che conta 300.000 abitanti, ospita ancora <strong>un</strong>a<br />

ricca tra<strong>di</strong>zione nobiliare, benché in buona parte sia molto impoverita.<br />

Esistono cinque seggi, quelli dei quartieri <strong>di</strong> Capuano, Nido, Montagna,<br />

Porto e Portanova, in cui la nobiltà, <strong>di</strong>sistimando coloro che non si curano<br />

<strong>di</strong> ascriverevisi, si rad<strong>un</strong>a in occasione dei consigli.<br />

La nobiltà napoletana, vanesia fino all‟eccesso dà molto risalto alle<br />

apparenze, infatti, nonostante risparmi sul vivere quoti<strong>di</strong>ano e sugli arre<strong>di</strong><br />

delle abitazioni, mostra con orgoglio i propri cavalli, la servitù, “giostre,<br />

passeggi, e cose simile”. Sono molto cortesi nell‟accoglienza e talmente pii<br />

da “conservare decoro in tutte le loro attioni, non gustando d‟<strong>un</strong>a certa<br />

libertà <strong>di</strong> crapulare, che s‟arrogano molte altre nobiltà italiane”. Al<br />

contrario il popolo è “vano, bugiardo, loquace, et il più volubile e leggiero<br />

<strong>di</strong> qualsivoglia altro d‟Italia; mostra però d‟essere devoto et in generale in<br />

Napoli sono infiniti luochi pii e si fanno gran<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> carità” 90 . La città è<br />

<strong>di</strong>sseminata <strong>di</strong> conventi, tanto che il nostro viaggiatore ne stima ben<br />

<strong>di</strong>ciotto dei domenicani, 16 dell‟or<strong>di</strong>ne dei padri zoccolanti, “e così l‟altre<br />

<strong>di</strong> mano in mano proportionatamente”. A.V. visita il duomo, opera<br />

“d‟architettura tedesca” commissionata da Carlo d‟Angiò, che nel suo<br />

insieme non giu<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> notevole bellezza, fatta eccezione per <strong>un</strong>a cappella<br />

ancora in fase <strong>di</strong> costruzione che “sarà cosa molto magnifica”. La chiesa <strong>di</strong><br />

S. Domenico cattura <strong>di</strong> più la sua attenzione. Voluta da Carlo II, vi si<br />

trovano il crocifisso che parlò a San Tommaso d‟Aquino, <strong>un</strong>a buona<br />

89 Ivi, p. 22<br />

90 Ibid.<br />

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