Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...

itirata in sagrestia, e mutatasi d‟altra veste superbissima, ritornata all‟altare medesimo
mentre si cantava dalla cappella di sua maestà con un concerto di trombetti, tra l‟altri
instrumenti, che fece un bellissimo sentire. Un mottetto in sua lode fu canatato dal
medesimo arcivescovo d‟una corona tutta di bellissime gioie e postali la corona
d‟Ungheria, quella che da loro è tenuta communemente, che sia venuta dal cielo, e però
con grandissima e quasi superstitiosa veneratione, sopra la spalla dritta usando di così
fare alle donne, mentre vi è re d‟Ungheria vivo, fu cantato in questo atto il Tedeu e fatta
una grandissima salva da tutta la soldatesca, e da quella poca artigliaria, che è nella
terra, seguitò la messa, nella quale si comunicò l‟imperatore, e con il medesimo ordine
si tornò in palazzo, dove desinorno con sua maestà che sederno in testa di tavola
l‟imperatore, a man dritta, l‟imperatrice alla manca, come stanno sempre in ogni luogo,
il nuntio, gli ambasciatori di Spagna e di Toscana compartiti da man dritta, e
l‟arcivescovo di Strigonia, et il Palatino alla manca scompartiti. Fu servita tutta la tavola
da signori ungheri, così di scalco, come di coppa, e per la varietà degli abiti e del
servitio fu varietà molto curiosa. Sono scordato d‟alcuni particolari, come mentre
l‟imperatore sta nel solio, il marescial tiene lo stocco nudo con la punta all‟insù, fuorché
nell‟elevatione e communione, che mette la punta a terra. Le scettero è tenuto dal
cavallerizzo maggiore, et il mondo dal capitano della guardia. Mentre l‟imperatore
beveria al banchetto gli ungheri convitati si rizzavano sempre. Alla tavola il Secchi era
scalco maggiore, che portava in tavola. Il conte d‟Idriso era scalco di sua maestà. Il Palfi
dava da bere all‟imperatrice, i commissarii (…).
Si cantorno alla tavola alcune canzoni unghere, e fece sua maestà molti brindisi
scoprendosi ogni volta nel farli all‟ambasciatori, i quali pregava che coprissero mentre
beveria, si bene si contentavano di sedere ma non coprivano. Si fenì il desinare molto
allegramente, ma però fu con apparato assai commune, non eccedendo gli scalchi et i
cuochi dell‟Alemania dell‟ordinario. Banchettò sua maestà i signori stati nel palazzo
dove sogliono ragunarsi, i quali mandorono quattro ambasciatori a farli un brindisi con
molte parole, che sonavano in sostantia, che sarebbero sempre stati fedeli e buoni
servitori di sua maestà, la quale gli rispose con un gran vaso di vino, che beveria alla
conversatione di questa lor buona volontà, et alla dimostratione continua dell‟effetti, in
corrispondenza de quali egli sarebbe sempre stato lor gratioso signore. Dopo pranzo si
ballò e ci ebbero gli ungheri la parte loro, facendo con le dame molti balli più di villa,
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