Diario di viaggio di un anonimo viterbese - Unitus DSpace ...
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in <strong>un</strong>a bagattella, rispetto alla moneta, <strong>di</strong>modoche coloro, che hanno tutti moglie e<br />
figlioli stentano a vivere, ma gli sovveggono l‟elemosine de privati, et anco del publico,<br />
li quali si cavano come salarii de pre<strong>di</strong>catori dell‟entrate delle chiese già cattoliche. La<br />
città ha d‟entrata centomila talleri <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi datii, e si tiene che abbia parecchi milioni <strong>di</strong><br />
contanti in cassa.<br />
A 14 d‟agosto m‟incaminai la sera al tar<strong>di</strong> verso Ispruch, o Erbipoli per la posta, e <strong>di</strong><br />
notte per passare come facemmo lodato Dio il pericolo dello stato del marchese<br />
d‟Aspach e Collestac pieno <strong>di</strong> soldati, che facevano giornalmente mille assassinii.<br />
Entrammo però subito fuori <strong>di</strong> Norimbergh in Franconia, e la notte passammo per<br />
Neustat terra grossa del marchese <strong>di</strong> Collespac, dove il pericolo era gran<strong>di</strong>ssimo. La<br />
mattina cominciammo a trovare bellissime colline tutte avvignate con molti casali del<br />
vescovo <strong>di</strong> Bambergh d‟Erbipoli e del detto marchese d‟Aspach et arrivammo a pranzo<br />
a Ezzingh terra grossa sopra il fiume Meno del detto marchese e dove è <strong>un</strong> ponte <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>eci archi. Ma, prima d‟arrivarci l<strong>un</strong>go il Meno fiume dell‟alta della bassa Germania<br />
vedemmo <strong>un</strong>a bellissima cosa <strong>di</strong> vigne, che continua per tutta la collina, ma solo fino a<br />
Franchefort, ma poi per il Reno, fino quasi a Colonia, et alc<strong>un</strong>i casali anco del vescovo,<br />
fra gli altri Trignusen et Ochsenfurt con <strong>un</strong> bellissimo ponte e casini et altri luoghi <strong>di</strong><br />
detto vescovo d‟Erbipoli, la quale siede alla destra del Meno et ha <strong>un</strong> ponte d‟<strong>un</strong><strong>di</strong>ci<br />
archi che la congi<strong>un</strong>ge con <strong>un</strong> borgo et <strong>un</strong> castello dall‟altra parte, che per sito, et anco<br />
per quello, che si va facendo per arte, sarà fortissimo e vi è <strong>un</strong> amplissimo palazzone.<br />
La città è picciola, ne molto forte, avendo la fossa, ma stretta e muraglia ragionevole. Vi<br />
è il domo con <strong>un</strong> capitolo <strong>di</strong> trenta canonici <strong>di</strong> nobiltà notabile, e che hanno da seimila<br />
ducati d‟entrata per <strong>un</strong>o, et il preposito il doppio. Il domo è gran chiesa, e vi si<br />
seppelliscono solo i vescovi fra quali l‟ultimo che fu monsignor Giulio d‟Ettorre, come<br />
testifica il suo tumulo, fabricò più <strong>di</strong> trentotto fra chiese, e lochi pii nella sua <strong>di</strong>ocesi, la<br />
quale anco nel temporale è gran<strong>di</strong>ssima, occupando la maggior parte della Franconia.<br />
Oltre al domo, vi sono le chiese de gesuiti et <strong>un</strong> seminario e collegio numeroso <strong>di</strong><br />
duemila scolari erettovi dal medesimo monsignor Giulio, et <strong>un</strong> ospidale <strong>di</strong> nobili poveri.<br />
Vi sono monaci <strong>di</strong> San Benedetto e <strong>di</strong> tutte l‟altre religioni. È la città poco abitata, solo<br />
da quin<strong>di</strong>cimila anime per il più né ha e<strong>di</strong>fitii, o cosa degna d‟esser veduta dalli descritti<br />
in poi. Il vescovo presente è monsignor Volfarigi Gottofredo, che ha anco il vescovato<br />
<strong>di</strong> Bambergh, e da questo cava cinquencentomila talleri, e da quella circa ventimila, ma<br />
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