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produzione di energia elettrica con sistemi a celle ... - Il Saturatore

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cenni introduttivi<br />

Dove:<br />

h costante <strong>di</strong> Planck 6.625 10 -4 Js<br />

ν frequenza, Hertz<br />

c velocità della luce nel vuoto fisico, 3 10 -8 m/s<br />

λ lunghezza d’onda, m<br />

L’<strong>energia</strong> del fotone, E fotone , è espressa in Joule. Per le applicazioni nel campo dei<br />

semi<strong>con</strong>duttori è più comodo però esprimere l’<strong>energia</strong> del fotone in elettronvolt (eV):<br />

E fotone − eV<br />

dove<br />

= hc / qλ<br />

= 1,<br />

242 / λµ<br />

m eV<br />

Q carica dell’elettone, 1.6 10 -19 Coulomb<br />

lunghezza d’onda, µm<br />

λµm<br />

6<br />

Intensità relativa<br />

ultravioletto<br />

visibile<br />

infrarosso<br />

lunghezza d'onda µm<br />

<strong>energia</strong> del fotone in eV<br />

Walter Morgano Tesi <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca<br />

ultravioletto<br />

visibile<br />

infrarosso<br />

λ λ<br />

lunghezza d'onda µm<br />

Fig.1 - Densità dello spettro <strong>di</strong> <strong>energia</strong> del Sole all’esterno dell’atmosfera<br />

ed <strong>energia</strong> del fotone<br />

Un fotone <strong>con</strong> una lunghezza d’onda <strong>di</strong> 0.5 µm ha l’<strong>energia</strong> <strong>di</strong> circa 2.5 eV (figura 1). In<br />

un semi<strong>con</strong>duttore al silicio a 20°C l’<strong>energia</strong> <strong>di</strong> un fotone <strong>di</strong> 1.12 eV è sufficiente per<br />

liberare un elettone <strong>di</strong> valenza dalla sua banda. Gli elettroni liberi e le buche che hanno<br />

origine dalla liberazione degli elettroni per effetto dell’interazione dei fotoni danno<br />

luogo ad una corrente nel <strong>di</strong>spositivo.<br />

Le prime applicazioni fotovoltaiche hanno avuto luogo nel 1955, quando fu installata<br />

una stringa fotovoltaica per alimentare un ripetitore telefonico in un villaggio rurale.<br />

Sebbene le prove siano state coronate dal successo, gli elevati costi <strong>di</strong> una stringa<br />

rendevano il sistema non competitivo <strong>con</strong> le sorgenti alternative <strong>di</strong> <strong>energia</strong> <strong>elettrica</strong>. Con<br />

l’avvento dei satelliti artificiali (il primo Sputnik nel 1957) le stringhe fotovoltaiche<br />

trovarono, poi, una maggiore <strong>di</strong>ffusione.<br />

<strong>Il</strong> primo satellite che sfruttò la tecnologia fotovoltaica per l’alimentazione dei propri<br />

impianti fu il Vanguard I, lanciato nel 1958, il suo ra<strong>di</strong>o trasmettitore fu alimentato <strong>con</strong><br />

<strong>celle</strong> fotovoltaiche a silicio ed operò per quasi otto anni. Certamente i costi furono<br />

elevati, dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 100.000 $ per Watt, malgrado ciò, i <strong>sistemi</strong> <strong>di</strong> alimentazione a <strong>celle</strong><br />

fotovoltaiche per l’alimentazione dei satelliti artificiali risultò un’alternativa<br />

e<strong>con</strong>omicamente vantaggiosa.<br />

Al giorno d’oggi le stringhe <strong>di</strong> <strong>celle</strong> fotovoltaiche per la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> potenza <strong>elettrica</strong> e<br />

per l’alimentazione <strong>di</strong> <strong>sistemi</strong> satellitari, per quanto riguarda le comunicazioni,<br />

rappresentano l’opzione più valida.<br />

Quantunque la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>celle</strong> fotovoltaiche per gli usi satellitari sia risultata<br />

vantaggiosa anche al tempo della crisi energetica del 1970, i costi erano però allora<br />

proibitivi per le applicazioni terrestri.

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