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produzione di energia elettrica con sistemi a celle ... - Il Saturatore

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stato dell’arte delle tecnologie fotovoltaiche<br />

2.9. Lo smaltimento ed il riciclaggio dei componenti <strong>di</strong> un impianto fotovoltaico<br />

In generale, tutte le tecnologie utilizzate nei processi produttivi <strong>di</strong> moduli fotovoltaici<br />

implicano alcune ricadute ambientali che solo adeguati provve<strong>di</strong>menti tecnici ries<strong>con</strong>o a<br />

mitigare.<br />

Una grande varietà <strong>di</strong> materiali, che risultano potenzialmente tossici e pericolosi, sono<br />

usati nell’industria fotovoltaica: nella precedente descrizione delle tecnologie<br />

fotovoltaiche commerciali si è cercato <strong>di</strong> evidenziare come siano sempre presenti<br />

elementi come i metalli (rame, piombo, gallio, in<strong>di</strong>o, selenio, cadmio, tellurio) e che i<br />

processi produttivi <strong>con</strong>sistano in lavorazioni <strong>con</strong> agenti chimici.<br />

E’ evidente che il rilascio nell’ambiente (aria, suolo, acqua) <strong>di</strong> questi materiali è un<br />

evento preve<strong>di</strong>bile solo come il risultato <strong>di</strong> un guasto o <strong>di</strong> un funzionamento anomalo<br />

della linea <strong>di</strong> <strong>produzione</strong> e che comunque aggiunge un rischio limitato per la salute<br />

pubblica. Lo stesso rischio che l’ambiente e l’uomo corre negli stabilimenti chimici dove<br />

sono utilizzate analoghe miscele tossiche o esplosive. La sostenibilità ambientale<br />

dell’utilizzo del fotovoltaico deve essere valutata non solo per le indubbie peculiarità<br />

non inquinanti (emissioni nocive ed acustiche nulle) ma anche sulla eco-compatibilità<br />

dello smaltimento a fine vita utile.<br />

Tale problema si inserisce in uno ben più ampio che riguarda da un lato il riciclo e lo<br />

smaltimento <strong>di</strong> tutti i metalli che fanno parte della tecnologia fotovoltaica e dall’altro in<br />

un bilancio ambientale che vede, per esempio, il mercurio delle lampade fluorescenti<br />

valutato complessivamente in modo positivo.<br />

Per il fotovoltaico, è questo un problema che risulta ancora aperto e non esistono<br />

ancora oggi meto<strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzati espressamente pensati per i moduli fotovoltaici; la<br />

complessità per il fotovoltaico deriva dal fatto che il modulo è formato da moltissimi<br />

elementi <strong>di</strong> cui solo alcuni si presentano <strong>di</strong>stinti e separabili <strong>con</strong> facilità (cornice, vetro,<br />

tedlar posteriore, polimeri della cassetta <strong>di</strong> terminazione, metalli delle terminazioni<br />

elettriche, ecc.).<br />

Mentre da un lato i volumi <strong>di</strong> <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> moduli fotovoltaici ed il <strong>con</strong>seguente uso <strong>di</strong><br />

materiali potenzialmente <strong>di</strong>fficili da smaltire risultano ancora ridotti, dall’altro nuove<br />

tecnologie che troveranno in futuro un mercato sempre maggiore (<strong>celle</strong> CIS, CdTe<br />

come descritto precedentemente) hanno un <strong>con</strong>tenuto <strong>di</strong> metalli più accentuato.<br />

Per citare solo un esempio <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>fficoltà, ricor<strong>di</strong>amo le indagini compiute negli<br />

Stati Uniti in merito alla presenza del Cadmio nelle <strong>celle</strong> CdTe in relazione alla sua<br />

tossicità.<br />

L’indagine ha preso in <strong>con</strong>siderazione tutto il percorso <strong>di</strong> vita delle <strong>celle</strong> CdTe a partire<br />

dai rischi <strong>di</strong> rilascio durante il processo produttivo a quelli durante la vita (es. incen<strong>di</strong>o)<br />

nonché il recupero e lo smaltimento alla fine della stessa). Per esempio, i test mirati ad<br />

evidenziare la pericolosità potenziale del prodotto CdTe in caso <strong>di</strong> decomposizione e<br />

successivo rilascio nell’atmosfera a seguito <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o hanno fornito risultati <strong>con</strong>fortanti<br />

<strong>con</strong>statando che vetro e substrato <strong>di</strong> materia attiva (quin<strong>di</strong> anche il Cadmio) si fondono<br />

prima della decomposizione della cella riducendo al minimo i rischi <strong>di</strong> rilascio.<br />

Occorre comunque ricordare che i rischi derivanti dall’incen<strong>di</strong>o risultano comunque ben<br />

più importanti <strong>di</strong> quelli che riguardano il rilascio.<br />

Walter Morgano Tesi <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca<br />

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