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produzione di energia elettrica con sistemi a celle ... - Il Saturatore

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4. INNOVAZIONE TECNOLOGICA PER LE CELLE FOTOVOLTAICHE<br />

La prima osservazione sperimentale <strong>di</strong> <strong>con</strong>versione della luce del sole in <strong>energia</strong> <strong>elettrica</strong><br />

(cella solare) si deve ad Edmond Becquerel nel 1839 per una cella fotoelettrochimica.<br />

Bequerel scoprì l’effetto lavorando sulla fotografia a seguito delle prime esperienze <strong>di</strong><br />

Da Guerre (1837). All’inizio le lastre erano poco sensibili alla parte centrale dello spettro<br />

e alla luce rossa in quanto gli alogenuri metallici sono semi<strong>con</strong>duttori quasi trasparenti e<br />

assorbono in modo trascurabile la luce <strong>con</strong> lunghezza d’onda superiore a 460 nm.<br />

La svolta fondamentale avvenne alla fine dell’800 quando Vogel scoprì che le emulsioni<br />

<strong>di</strong> alogenuri d’argento potevano essere trattate <strong>con</strong> un colorante (dye) che ne estendeva<br />

la sensibilità alla luce verso il rosso. L’uso dei dye fu esteso poi alle <strong>celle</strong><br />

fotoelettrochimche <strong>con</strong> l’eritrosina su elettro<strong>di</strong> <strong>di</strong> alogenuri d’argento. Stu<strong>di</strong> successivi<br />

(Hauffe, Tributsch e Gerischer), hanno <strong>di</strong>mostrato che il meccanismo <strong>di</strong> funzionamento<br />

prevalente, sia per il processo fotografico sia per quello fotoelettrochimico, è il<br />

trasferimento <strong>di</strong> elettroni.<br />

Le <strong>celle</strong> solari a coloranti (o a dye) e quelle organiche (o polimeriche) rappresentano<br />

l’aspetto più innovativo nel panorama fotovoltaico o<strong>di</strong>erno, anche se hanno ancora<br />

prestazioni inferiori a quelle tra<strong>di</strong>zionali. Esse fanno parte <strong>di</strong> una tendenza attuale che<br />

cerca <strong>di</strong> introdurre nella tecnologia le soluzioni che la natura ha selezionato nelle<br />

centinaia <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> anni del processo evolutivo.<br />

La storia e la tecnologia <strong>di</strong> tali due famiglie <strong>di</strong> <strong>celle</strong> solari sono fortemente legate alla<br />

fotografia: le <strong>celle</strong> fotoelettrochimiche, nate stu<strong>di</strong>ando le lastre fotografiche e le pellicole<br />

fotografiche, sono l’idea guida per le <strong>celle</strong> polimeriche.<br />

In entrambi i casi, dei complessi metallorganici, simili alla clorofilla, favoris<strong>con</strong>o<br />

l’assorbimento della luce. Per l’applicazione solare, la luce crea una coppia elettronelacuna<br />

molto più <strong>di</strong>fficile da trattare che nel caso fotovoltaico tra<strong>di</strong>zionale: si deve<br />

quin<strong>di</strong> sfruttare una tecnologia molto più sofisticata. Entrambe le famiglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />

solari appartengono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto alle “nanotecnologie” dato che il loro funzionamento è<br />

basato sull’uso <strong>di</strong> materiali <strong>con</strong> <strong>di</strong>mensioni intorno ai 10 nm, sono progettati su<br />

nanoscala e lavorano in tempi sotto il picose<strong>con</strong>do (10-12s).<br />

Nel campo <strong>di</strong> <strong>produzione</strong> delle <strong>celle</strong> fotovoltaiche è necessario ricordare il principio <strong>di</strong><br />

funzionamento delle <strong>celle</strong> tra<strong>di</strong>zionali a semi<strong>con</strong>duttori inorganici.<br />

La cella solare <strong>con</strong>venzionale, cioè <strong>con</strong> semi<strong>con</strong>duttori inorganici, è costituita da una<br />

sottile “fetta” (o da un film) <strong>di</strong> un materiale semi<strong>con</strong>duttore in grado <strong>di</strong> assorbire la luce<br />

del sole creando una coppia <strong>di</strong> cariche, una positiva (lacuna) e una negativa (elettrone).<br />

Le due cariche vengono separate da un campo elettrico, interno alla “fetta” (giunzione),<br />

creato per mezzo della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> opportune sostanze dentro il semi<strong>con</strong>duttore<br />

(omogiunzione) o <strong>con</strong> l’accoppiamento <strong>di</strong> due semi<strong>con</strong>duttori <strong>di</strong>versi (eterogiunzione).<br />

La figura 44 riporta uno schema tipo <strong>di</strong> una cella <strong>con</strong>venzionale. Se il semi<strong>con</strong>duttore è<br />

<strong>di</strong> buona qualità cristallina (silicio floating zone), l’elettrone può percorrere millimetri<br />

prima d’in<strong>con</strong>trare un ostacolo. Se invece è <strong>di</strong> qualità inferiore, molte delle cariche<br />

trovano ostacoli (per esempio trappole) e si ricombinano prima <strong>di</strong> arrivare agli elettro<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> raccolta <strong>con</strong> <strong>con</strong>seguente calo <strong>di</strong> efficienza.<br />

Walter Morgano Tesi <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca

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