produzione di energia elettrica con sistemi a celle ... - Il Saturatore
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innovazione tecnologica<br />
Fig. 45 - schema <strong>di</strong> principio <strong>di</strong> una cella a dye nanocristallina<br />
La <strong>di</strong>ssociazione avviene all’interfaccia organico/organico o organico/inorganico, come<br />
per esempio quella dye/Ti02. Nel 1980 nacque l’idea <strong>di</strong> legare il dye all’ossido<br />
semi<strong>con</strong>duttore attraverso un gruppo carbossilico. La soluzione scelta ha permesso <strong>di</strong><br />
costruire uno strato monomolecolare <strong>di</strong> dye sul TiO2 che permette <strong>di</strong> ottimizzarne la<br />
<strong>di</strong>stribuzione, ma, soprattutto, permette <strong>di</strong> realizzare il trasferimento <strong>di</strong> carica per<br />
iniezione <strong>di</strong> elettroni in tempi dell’or<strong>di</strong>ne dei 10 -3 s <strong>con</strong>tro 10 -12 s richiesti dal<br />
trasferimento delle lacune.<br />
La separazione delle cariche deriva appunto dalla velocità, <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza <strong>di</strong>versa,<br />
<strong>con</strong> la quale l’elettrone è iniettato nel semi<strong>con</strong>duttore e la buca neutralizzata dalla<br />
molecola della coppia redox.<br />
Quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong>versamente dalle <strong>celle</strong> <strong>con</strong>venzionali, non è necessario che si abbia un campo<br />
elettrico per separare le cariche, il fatto che la fotorisposta <strong>di</strong>penda dalla cinetica <strong>di</strong><br />
reazione dei portatori <strong>di</strong> carica (positiva e negativa) <strong>con</strong> la coppia redox presente<br />
nell’elettrolita ha interessanti implicazioni. Se il trasferimento degli elettroni all’elettrolita<br />
è più veloce <strong>di</strong> quello delle lacune, la fotocorrente è dovuta alle lacune. Se avviene<br />
l’opposto la corrente è <strong>di</strong> elettroni.<br />
Lo strato monomolecolare <strong>di</strong> dye sulla superficie del semi<strong>con</strong>duttore riduce<br />
l’assorbimento della luce penalizzando le prestazioni perché lo strato è troppo sottile.<br />
La necessità <strong>di</strong> assorbire completamente la luce incidente ha spinto verso lo sviluppo <strong>di</strong><br />
semi<strong>con</strong>duttori porosi formati da grani <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> pochi nanometri, <strong>con</strong> una<br />
densificazione incompleta, perché lo strato abbia un’elevata porosità e quin<strong>di</strong> possa<br />
esporre un’alta area superficiale al suo interno.<br />
L’effetto della loro introduzione è stato fondamentale: nella figura 46 sono a <strong>con</strong>fronto<br />
la fotorisposta <strong>di</strong> una cella formata da un monocristallo <strong>di</strong> TiO2 (a) e quella (b) dove la<br />
TiO2 è sotto forma <strong>di</strong> un film nanocristallino poroso. Entrambi gli elettro<strong>di</strong> sono stati<br />
sensibilizzati da un complesso del rutenio, <strong>Il</strong> valore più alto della l’efficienza <strong>di</strong><br />
<strong>con</strong>versione fotone incidente-corrente (IPCE; Incident Photon to Current Conversion<br />
Efficiency) ottenuta <strong>con</strong> il cristallo singolo è soltanto 0,13% vicino a 530 nm, dove il dye<br />
ha il massimo <strong>di</strong> assorbimento, <strong>con</strong> l’elettrodo nanocristallino si raggiunge l’88% (figura<br />
46 b), <strong>con</strong> un aumento <strong>di</strong> quasi tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza. In corrispondenza la<br />
Walter Morgano Tesi <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca<br />
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