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produzione di energia elettrica con sistemi a celle ... - Il Saturatore

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innovazione tecnologica<br />

fosse possibile trovare dati (4 cm 2 ) sulla maggior parte delle attuali opzioni fotovoltaiche<br />

e, nel <strong>con</strong>tempo, fosse <strong>con</strong>frontabile <strong>con</strong> le aree dei <strong>di</strong>spositivi a dye e polimerici.<br />

Questi, essendo a uno sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sviluppo molto più arretrato, hanno aree sensibilmente<br />

più piccole (0,2÷0,3 cm 2 ). Molti dei valori “record” sulle <strong>celle</strong> <strong>con</strong>venzionali sono stati<br />

ottenuti su <strong>di</strong>spositivi <strong>con</strong> area <strong>di</strong> qualche mm 2 e pertanto sono <strong>di</strong> interesse applicativo<br />

scarso o nullo, anche perché al crescere dell’area tali valori si abbassano drasticamente.<br />

Come si può osservare, l’efficienza della cella a coloranti e <strong>di</strong> quelle polimeriche è ancora<br />

<strong>di</strong>stante dalla migliore cella al silicio, realizzata all’University of New South Wales<br />

(UNSW). In particolare, la <strong>di</strong>fferenza più evidente si ha nella densità <strong>di</strong> corrente e nelle<br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>con</strong> cui è stato realizzato il <strong>di</strong>spositivo.<br />

Ciò spiega I ’attività <strong>di</strong> ricerca sia verso dye che si accoppino meglio allo spettro solare,<br />

sia verso l’eliminazione dei meccanismi che possano neutralizzare i portatori<br />

fotogenerati (trappole). Sempre dalla stessa figura appare chiaro come il silicio (mono e<br />

policristallino) sia l’attuale primo attore della <strong>produzione</strong> fotovoltaica mon<strong>di</strong>ale (~90%).<br />

4.2. Celle solari polimeriche<br />

Gli aspetti comuni tra questi <strong>di</strong>spositivi e quelli a dye sono molteplici, tra questi vi è il<br />

meccanismo legato agli effetti quantistici degli eccitoni. I materiali organici hanno in<br />

partenza il vantaggio <strong>di</strong> essere i meno costosi e i più facili da processare; essi possono<br />

essere depositati su supporti flessibili in modo molto più semplice ed e<strong>con</strong>omico <strong>di</strong><br />

quanto si possa fare per tutti i <strong>di</strong>spositivi inorganici che competono. La scelta dei<br />

materiali è ampia e può essere in<strong>di</strong>rizzata selettivamente su regioni specifiche dello<br />

spettro solare.<br />

Anche se attualmente le <strong>celle</strong> organiche hanno efficienza notevolmente più bassa <strong>di</strong><br />

quelle al silicio o al GaAs (ve<strong>di</strong> figura 47), i progressi in pochi anni sono stati<br />

impressionanti. A causa del libero cammino me<strong>di</strong>o molto breve degli eccitoni, le prime<br />

<strong>celle</strong> polimeriche mostravano un’efficienza minima, intorno a 0,1÷0,01%. Invece, le<br />

attuali <strong>celle</strong> solari, basate su <strong>sistemi</strong> polimerici a due fasi interpenetranti, miscele<br />

polimero/fullereni, polimero/nanotubi, cristalli organici drogati <strong>con</strong> alogeni e <strong>di</strong>spositivi<br />

a stato solido <strong>con</strong> l’uso <strong>di</strong> dye, hanno mostrato valori <strong>di</strong> efficienza relativamente<br />

ragguardevoli, che attualmente sono nell’intervallo 2÷3%. Polimeri <strong>con</strong>duttori, per<br />

esempio, derivati del poly-(phenylenevinylene) (PPV) <strong>con</strong> C60, stanno attirando un<br />

grande interesse come materiali per <strong>celle</strong> solari. L’eterogiunzione si forma<br />

semplicemente mescolando due sostanze organiche, una che <strong>con</strong>duce per lacune e una<br />

per elettroni.<br />

<strong>Il</strong> vantaggio <strong>di</strong> queste nuove strutture rispetto a quelle vecchie planari è che i due<br />

materiali costituis<strong>con</strong>o, anche in questo caso, un sistema a due fasi interpenetrantì, <strong>con</strong><br />

domini dei singoli polimeri <strong>di</strong> estensione molto ridotta (pochi nanometri). Ciò supera<br />

uno dei problemi in<strong>con</strong>trati nelle <strong>celle</strong> <strong>di</strong> prima generazione, cioè lo sfavorevole<br />

rapporto tra la lunghezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione degli eccitoni e la lunghezza <strong>di</strong> assorbimento<br />

della luce. La soluzione <strong>con</strong>siste nel <strong>di</strong>sperdere all’interno dei <strong>di</strong>spositivo la giunzione in<br />

modo che, nel raggio <strong>di</strong> pochi nm, la maggior parte degli eccitoni potesse raggiungerla.<br />

<strong>Il</strong> meccanismo <strong>di</strong> funzionamento delle <strong>celle</strong> polimeriche è molto simile a quello delle<br />

Walter Morgano Tesi <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca<br />

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