produzione di energia elettrica con sistemi a celle ... - Il Saturatore
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alcuni casi stu<strong>di</strong>o<br />
182<br />
Fig. 103 - Tipico andamento dell’efficienza <strong>di</strong> una pila a combustibile<br />
a <strong>celle</strong> PEMFC al variare delle <strong>con</strong><strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico<br />
Pertanto, gli impianti a pila a combustibile, in prospettiva, rappresentano la tecnologia<br />
più adatta per i piccoli impianti che devono fornire potenze <strong>con</strong> un rapporto<br />
TDR = P / P elevato.<br />
max min<br />
Negli ultimi anni, il progressivo calo dei costi degli impianti per lo sfruttamento <strong>di</strong> fonti<br />
rinnovabili e lo sviluppo della tecnologia delle pile <strong>con</strong> <strong>celle</strong> a combustibile (soprattutto<br />
le PEMFC), ha portato ad un ricorso sempre più frequente a queste tecnologie per<br />
alimentare gruppi <strong>di</strong> utenze o piccole reti locali situate in aree remote.<br />
Lo sfruttamento delle fonti rinnovabili esistenti sul territorio rappresenta una <strong>con</strong>creta<br />
scelta, sia dal punto <strong>di</strong> vista ambientale che sociale, scelta che è compatibile anche <strong>con</strong><br />
aree isolate a vocazione turistica dove l’utilizzo <strong>di</strong> <strong>sistemi</strong> <strong>di</strong> generazione tra<strong>di</strong>zionali<br />
provoca inquinamento e <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> approvvigionamento dei combustibile.<br />
Naturalmente, data l’aleatorietà delle fonti rinnovabili, è opportuno associare a questi<br />
impianti delle parti in grado <strong>di</strong> garantire la <strong>con</strong>tinuità del servizio, come, appunto, le pile<br />
a combustibile. Rispetto a <strong>sistemi</strong> isolati che impiegano soltanto fonti rinnovabili, i<br />
<strong>sistemi</strong> ibri<strong>di</strong> <strong>con</strong>sentono <strong>di</strong> realizzare impianti <strong>di</strong> taglia maggiore, riducendo le<br />
<strong>di</strong>mensioni del sistema <strong>di</strong> accumulo e il rischio <strong>di</strong> “fuori servizio”.<br />
Fino ad ora, il modo più comune <strong>di</strong> esercire gli impianti ibri<strong>di</strong> è stato quello <strong>di</strong><br />
<strong>con</strong>siderarli come un “addendum” alle potenzialità del solo impianto a c.i. (o altro<br />
sistema <strong>di</strong> generazione da fonti fossili), cioè quest’ultimo <strong>con</strong>tinua a funzionare come<br />
impianto <strong>di</strong> base e si utilizza l’<strong>energia</strong> fornita dalle fonti rinnovabili, e <strong>con</strong> l’ausilio<br />
dell’accumulo, per ridurre le ore <strong>di</strong> funzionamento dell’impianto <strong>di</strong> generazione<br />
tra<strong>di</strong>zionale e per farlo lavorare in maniera più efficiente. Recentemente, invece, si sta<br />
<strong>di</strong>ffondendo la tendenza a progettare <strong>sistemi</strong> ibri<strong>di</strong> nei quali le fonti rinnovabili e<br />
l’accumulo fornis<strong>con</strong>o fino all’80÷90% dei fabbisogni energetici, lasciando al sistema <strong>di</strong><br />
generazione da fonti fossili la funzione <strong>di</strong> soccorso. Naturalmente, un impianto <strong>con</strong> tali<br />
caratteristiche richiede maggiori costi <strong>di</strong> investimento e può essere <strong>con</strong>veniente laddove<br />
l’approvvigionamento dei combustibili è oneroso o inaffidabile.<br />
Walter Morgano Tesi <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca