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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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168 QUADERNO ARSIA 5/2004bilizzazione, l’idrolisi, la precipitazione, il dilavamento,la volatilizzazione (Shaviv, 2001).In pratica, ciò che si richiede a un’efficace fertilizzazionein vivaio è mantenere una costante eadeguata quantità di nutrienti <strong>nel</strong>la soluzione circolante(del terreno o del contenitore) per sostenereuna crescita ottimale <strong>delle</strong> piante allevate(Tattini, 1990; Cabrera, l.c.). Il raggiungimento diquesto obiettivo non è facile. Infatti la necessità diirrigare spesso, specie per le piante in contenitore,provoca un continuo dilavamento di elementinutritivi producendo una condizione di carenza<strong>nel</strong>la soluzione circolante, carenza che viene prevenutacon la somministrazione di grosse (a volteeccessive) dosi di fertilizzanti.Questo approccio colturale presenta una bassaefficienza <strong>nel</strong>l’impiego dei fertilizzanti (spesso nonsuperiore al 30-50% del prodotto impiegato <strong>nel</strong>caso dei prodotti tradizionali; Prasad, 1971), con ilconseguente inquinamento <strong>delle</strong> falde acquifere perle perdite per percolazione (Ferrini e Nicese, 2003)e con possibili danni alle coltivazioni, a causa dell’aumentodi salinità <strong>nel</strong> mezzo di coltivazione(sintomo caratteristico è l’ingiallimento fogliareaccompagnato da un generale aspetto di sofferenzae da un disseccamento degli apici fogliari) (Bunt,1988; Fernandez-Escobar et al., 2003; Maust eWilliamson, 1994).L’introduzione della fertirrigazione in vivaio presentacertamente molti vantaggi di ordine praticoderivanti dal fatto di impiegare il sistema di irrigazioneper veicolare i prodotti fertilizzanti alle piante, mala sua efficienza è funzione diretta dell’efficienza delsistema di irrigazione adottato, spesso piuttostobassa: ad esempio, <strong>nel</strong> caso di fertirrigazione accoppiataa sistemi di irrigazione sovrachioma la perditadi prodotti fertilizzanti può giungere fino al 70%(Cabrera, http:// aesop.rutgers.edu/~floriculture/publications/cbfscrfl.htm).Appare chiaro quanto sia difficile la questionedella fertilizzazione di piante in vivaio, stretta tral’esigenza di mantenere elevati i livelli nutritivi<strong>nel</strong>la soluzione circolante e la necessità di non perdereprodotto <strong>nel</strong>le acque di percolazione conconseguenze negative sotto il profilo sia economico,sia ambientale. Il passaggio, ormai consolidato,verso l’impiego di prodotti a rilascio lento o controllato<strong>nel</strong>la nutrizione di piante in vivaio rappresentaprobabilmente la risposta migliore alle problematichesopra citate.Fertilizzanti a rilascio lento (FRL)o controllato (FRC)È opportuno premettere che quando si parla difertilizzanti a rilascio lento e/o controllato si fa riferimento,in pratica, alla loro capacità di ritardare ilrilascio in forme solubili dell’azoto (N), di granlunga l’elemento più importante per le piante, maanche il più mobile e di difficile “bloccaggio”.La comparsa di questa tipologia di prodotti risaleagli anni intorno al 1950 (Davidson et al., 1994),quando una serie di sostanze a rilascio lento o controllatofurono introdotte sul mercato come fertilizzanti.L’impiego di questo tipo di prodotti sembrain costante crescita, anche se, paragonato all’usototale di prodotti fertilizzanti in agricoltura, siamoancora su percentuali modeste, quasi irrisorie, intornoallo 0,15% <strong>nel</strong> 1997 con una forte prevalenza neipaesi più sviluppati (Trenkel, 1997). È però altrettantovero che la maggior parte (circa due terzi) deiconcimi a lento effetto utilizzati vengono impiegati<strong>nel</strong> settore vivaistico ornamentale (Shaviv, 2001).Nell’uso comune i due termini “fertilizzanti alento rilascio” (FRL) e “fertilizzanti a rilascio controllato”(FRC) sono spesso utilizzati indifferentemente,ma in realtà ciò non dovrebbe essere inquanto definiscono due categorie di prodotto bendifferenziate. In linea generale, si può concordarecon quanto affermato da Shaviv (1996) secondo ilquale la principale differenza fra FRL e FRC sta <strong>nel</strong>fatto che nei primi il rilascio del nutriente è dipendenteda meccanismi non facilmente controllabili(ad esempio, bassa solubilità, necessità di attaccomicrobiologico), mentre nei secondi i meccanismidi rilascio sono meglio conosciuti e più facilmentecontrollabili. Tutti i prodotti fertilizzanti a lentacessione possono essere suddivisi (secondo Shaviv,2001) in quattro categorie (vedi tab. 1).1 – Composti inorganici a lenta solubilità[FRL]Questi prodotti devono il lento rilascio dell’elementofertilizzante esclusivamente alla scarsa solubilitàdel composto da cui derivano. A questogruppo appartengono, ad esempio, tutti i composticon la formula generale MeNH 4PO 4 • H 2O,laddove Me indica un catione bivalente come Mg,Zn, Fe, Mn (Hauck, 1985). Sostanze analoghesono quelle <strong>nel</strong>le quali l’ammonio è sostituito dalpotassio. In genere non sono molto usati in vivaioper il loro basso titolo azotato (non superiore al10%) e l’alto titolo in fosforo (fino al 50% di P 2O 5),oltre che per la difficoltà di controllare il rilasciodegli elementi fertilizzanti.

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