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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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FLOROVIVAISMO: L’ACQUA19zione possibile ai problemi e che sia importante divolta in volta analizzare l’impatto <strong>delle</strong> scelte politichenon solo a livello aggregato ma anche <strong>nel</strong>lesingole specificità locali, ha portato al ricorso semprepiù frequente ad approcci alternativi, metodologiedefinite partecipative, che pongono attenzioneall’analisi dei bisogni, alla definizione partecipatadegli obiettivi e degli strumenti e che si basanosulla partecipazione degli agricoltori alle dinamicheche li riguardano. Queste metodologie, nateper consentire alle comunità locali di acquisire unacapacità di autoprogrammare gli interventi e diattuarli, divenendo partecipi del proprio sviluppo,possono essere utilizzate, oltre che <strong>nel</strong>la definizione<strong>delle</strong> politiche, anche <strong>nel</strong> campo della ricercaagricola e rurale. Qui, partendo dalla condivisionedella conoscenza degli agricoltori, dalle loro pratichee dalle loro capacità propositive, i ricercatorifacilitano l’individuazione <strong>delle</strong> soluzioni miglioriper i loro fabbisogni.Nel caso del <strong>florovivaismo</strong> e dell’adozione ditecnologie in grado di ridurre l’impatto sulla risorsaacqua, le metodologie partecipative ci permettonodi indagare su quali siano realmente i bisognidegli imprenditori al riguardo, perché alcunirinunciano ad adottare le innovazioni, quali sonogli elementi che influenzano il loro processo decisionalee quali possono essere i vincoli da rimuovereper aiutarli a individuare e adottare le soluzionimigliori per le loro aziende e per l’ambiente.Un florovivaista che inizia a pensare di adottareun sistema di irrigazione che gli consenta dirazionalizzare l’uso dell’acqua e dei fertilizzanti(ad esempio, un ciclo chiuso, un sistema senzarunoff, la valutazione dei fabbisogni con sistemiesperti ecc.) si dirige verso un cambiamento <strong>delle</strong>proprie tecnologie produttive che comporterà unnuovo modo di lavorare. Le routine di ogni giornosubiscono, cioè, una variazione, fino all’acquisizioneda parte dell’agricoltore di nuove routine.Affinché l’agricoltore decida di cambiare la propriaroutine è però necessario che un qualche evento oun qualche problema faccia crescere in lui la motivazionenecessaria alle azioni che lo condurrannoal cambiamento.Ad esempio, <strong>nel</strong> caso di un florovivaista cheadotta un’innovazione in grado di fargli risparmiarel’acqua o i fertilizzanti utilizzati, la motivazione chelo spinge ad agire <strong>nel</strong> senso del cambiamento e asuperare routines consolidate, può essere l’insorgeredi un problema di reperimento di <strong>risorse</strong> idriche, l’emanazionedi una norma ambientale, l’aumento deicosti collegati al prelievo dell’acqua ecc.Solo quando l’imprenditore incorrerà in unproblema o in un evento che modifica la sua prospettiva,quando capirà le cause del suo problemae individuerà le possibilità per superarlo, solo allorasi adopererà anche per mobilizzare le proprie<strong>risorse</strong> <strong>nel</strong> senso del cambiamento.I fattori che possono mettere in moto il meccanismoche porta l’agricoltore a scegliere il cambiamento,possono provenire da aspetti interni all’aziendacosì come dalla realtà esterna in cui l’aziendaè inserita.Tra gli aspetti interni troviamo sicuramente le<strong>risorse</strong>: <strong>nel</strong> caso del <strong>florovivaismo</strong> la scarsità dellarisorsa idrica, il peggioramento della sua qualità ol’aumento dei costi di approvvigionamento idricoLa pagina del sito internetdell’ARSIA dedicata alle produzioniintegrate <strong>nel</strong> <strong>florovivaismo</strong>

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