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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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216 QUADERNO ARSIA 5/2004Fig. 1 - Schemadi un sistema <strong>delle</strong> acquedi runoff in un vivaiodi piante ornamentali(da Skimmia, 1992)seconda raccolta o di stoccaggio o laghetto).Una stima basata su esperienze condotte negliStati Uniti indica che il bacino di raccolta dovrebbeessere progettato per raccogliere circa il 90%dell’acqua di irrigazione.L’acqua recuperata può essere trattata prima odurante il trasferimento dal bacino di prima raccoltaa quello di stoccaggio per ridurre la carica patogenae/o per migliorarne le qualità chimiche (pH,salinità). La qualità dell’acqua può essere, inoltre,migliorata miscelandola con acqua ‘fresca’, cioèproveniente dalla sorgente irrigua dell’azienda(pozzo, fiume, canale irriguo…) prima della nuovaimmissione <strong>nel</strong> sistema di irrigazione.Un problema che si può presentare nei bacinidi raccolta <strong>delle</strong> acque è lo sviluppo di alghe, fortementefavorito dalla presenza di elementi nutritiviin eccesso.Fra i sistemi “biologici” di eliminazione <strong>delle</strong>alghe è stato proposto anche l’uso della pagliad’orzo, la cui decomposizione rilascia composti ingrado di impedire la riproduzione <strong>delle</strong> alghe(Lynch, 2002). Le balle, preventivamente rotteper facilitarne la decomposizione, devono essereposte in contenitori permeabili vicino alle spondedel laghetto (dove l’acqua non supera 1,8 m diprofondità). Pur avendo dimostrato una certa efficacia<strong>nel</strong>l’eliminazione <strong>delle</strong> alghe filamentose, lapaglia non controlla le piante acquatiche e la suadecomposizione potrebbe richiedere molto ossigenoche non sarebbe così disponibile per la faunaittica eventualmente presente.Qualora non fosse possibile limitare in modonaturale e preventivo la proliferazione di alghesono necessari alcuni trattamenti con prodotticommerciali a base di rame (Rolfe et al., 2000).Sempre per l’eliminazione <strong>delle</strong> alghe, recentementesono stati testati a livello sperimentale deisistemi a base di elettrodi che emettono corrente abasso voltaggio.Nelle acque di recupero sono spesso presenti,seppur a concentrazioni molto basse, residui di fitofarmaci.Questi prodotti sono generalmente degradatidai processi aerobici e anaerobici che avvengono<strong>nel</strong> bacino di sedimentazione e, successivamente,dai trattamenti di disinfezione (ad esempio, clorazionee ozonizzazione). Gli erbicidi eventualmentepresenti devono essere monitorati con attenzioneanche se, come riportato da Skimina (1996),essi sono assorbiti dalle particelle colloidali e precipitano<strong>nel</strong> bacino di sedimentazione.Per quanto riguarda l’illustrazione dei trattamenti<strong>delle</strong> acque subito dopo il primo bacino diraccolta, <strong>delle</strong> modifiche subite dalla composizionechimica <strong>delle</strong> acque (modifiche del pH e della conducibilitàelettrica, accumulo di sostanze tossiche,come ad esempio, il cloruro di sodio o il boro, presenti<strong>nel</strong>l’acqua irrigua) e dei possibili trattamenti(filtrazione, disinfezione…) si rimanda ai Capitoli10, 18 e 21.Irrigazione con acque reflue civilie industriali trattateConsiderazioni generaliFra i vari sistemi individuati in materia digestione dell’irrigazione in vivaio, si colloca certamenteil riuso <strong>delle</strong> acque reflue sia da impianticivili, sia industriali. Il D.M. 185 (12 giugno2003) disciplina il riutilizzo <strong>delle</strong> acque reflue chesono così definite:

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