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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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FLOROVIVAISMO: L’ACQUA229Fig. 2 - Principiodi funzionamentodel filtro a sabbia2. sabbie fluviali naturali lavate e vagliate. Allostato attuale sono disponibili dati relativamentea siti di escavazione a livello del bacino delfiume Po; purtroppo, nonostante il materialefornito venga sottoposto a lavaggio per l’eliminazione<strong>delle</strong> frazioni terrose, lavaggi supplementarivanno ancora effettuati al momentodell’utilizzo, prima del riempimento dei filtri,avendo cura di non rimuovere frazioni mineralifini utili per la filtrazione. Le sabbie fluvialivanno incontro a un minor compattamento.Gli ultrasuoniSi tratta di una tecnica ancora poco studiata, icui effetti, essenzialmente di tipo fisico, causano larottura meccanica <strong>delle</strong> strutture cellulari. Recentemente,l’impiego degli ultrasuoni è stato sperimentalmenteadottato per l’eliminazione <strong>delle</strong>zoospore di Pythium sp. (esposizione di soli 1,5minuti a ultrasuoni aventi ampiezza d’onda di 120mm) dalla soluzione circolante, e i risultati ottenutisembrano particolarmente promettenti. Almomento attuale, l’uso di tale metodo non pareefficace per la lotta ai batteri: su isolati del generePseudomonas, infatti, l’effetto di riduzione delladensità di popolazione si ferma a un massimo del25%. Tale limitata efficienza è da considerarsi fenomenopositivo, visto che proprio a tale genere battericoappartengono molti microrganismi caratterizzatida interessante effetto antagonista, anche<strong>nel</strong>le condizioni di coltura fuori suolo.La lotta chimicaNella lotta alle fitopatie di origine funginapotenzialmente dannose per le colture fuori suolouna strategia che potrebbe, almeno in linea teorica,essere estremamente facile da applicare, specialmentein floricoltura, è l’impiego di mezzi chimicidistribuiti in sospensione <strong>nel</strong>la soluzione circolante.Nei confronti <strong>delle</strong> alterazioni radicali di originefungina, però, il maggiore problema che ostacolal’uso dei fungicidi è la loro mancata registrazioneper applicazioni in sistemi fuori suolo. Altremotivazioni, inoltre, rendono praticamente di difficileapplicazione tale strategia; tra queste possiamoricordare:1. il periodo di sicurezza, quando è molto prolungato,non si adatta alle necessità di raccolta(problema limitato alle sole colture ortive);2. le colture fuori suolo sono una realtà spessotroppo limitata per giustificare una specificaregistrazione di mezzi chimici da applicare insoluzioni circolanti;3. il rischio di insorgenza di fenomeni di resistenzae fitotossicità è sicuramente troppo alto,soprattutto operando in coltivazioni floricolecaratterizzate da estrema variabilità di sensibilitàai diversi principi attivi tra le differenti speciee cultivar. Inoltre, se l’utilizzo di un mezzochimico <strong>nel</strong> terreno è sottoposto alle interferenzedella capacità tampone del suolo stesso,che ne regola gli eventuali eccessi, <strong>nel</strong>le soluzioninutrienti fuori suolo tutto ciò viene amancare.Certamente l’uso di fungicidi <strong>nel</strong>le soluzioniusate per le colture fuori suolo permette rapidità diintervento, omogeneità di distribuzione e riduzionedei rischi di contaminazione per l’operatore, mapone non pochi problemi per l’ambiente al momentodell’eliminazione della soluzione circolante esausta.Tra i mezzi chimici che, comunque, attualmentedestano notevole interesse tra i ricercatori ricor-

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