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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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5. Le colture fuori suolo per le produzioni floricole di serraFernando MalorgioIntroduzioneIn questo capitolo sono sinteticamente illustratii sistemi di coltivazione fuori suolo utilizzati suscala commerciale per la produzione di fiori e fronderecise in serra. Non viene affrontata, invece, lagestione della soluzione nutritiva, ampiamentetrattata nei capitoli dedicati alla fertirrigazione, aisistemi a ciclo chiuso e alla disinfezione <strong>delle</strong> acqueirrigue.Per trattazioni più ampie dell’argomento si rimandail lettore ai numerosi testi, in italiano o ininglese, oggi disponibili (ad esempio, Cooper,1979; Graves, 1983; FAO, 1990; Schwarz, 1995;Resh, 2001; Pimpini, 2001; Urrestarazu, 2001;Savvas and Passam, 2002), nonché agli atti deinumerosi congressi nazionali e internazionali organizzatinegli ultimi 15-20 anni.Breve storia <strong>delle</strong> colture fuori suoloLa coltura fuori suolo ha radici antiche. Gli egiziani,infatti, diversi secoli avanti Cristo, avevano giàsperimentato la crescita <strong>delle</strong> piante in acqua. I giardinipensili dei Babilonesi e le zattere galleggianti suifiumi degli Aztechi o dei Cinesi possono essere assimilatia <strong>delle</strong> vere e proprie coltivazioni fuori suolo.Queste ultime erano costruite con canne, giunchi obambù su cui era predisposto uno strato di terrenofertile per la coltivazione di ortaggi; il vantaggio diqueste coltivazioni galleggianti era il facile trasportofluviale dei prodotti al mercato.Boyle (1666) fu il primo sperimentatore a tentaredi far crescere le piante in acqua, seguito dall’ingleseJohn Wooward, che <strong>nel</strong> 1699 coltivando piantein acqua con un diverso grado di purezza avevanotato che quelle poste in acqua contenente del terrenocrescevano meglio di quelle mantenute in solaacqua distillata. Il merito di aver stabilito l’importanzadei sali minerali <strong>nel</strong>la nutrizione della pianta vaattribuito a Justus von Liebig (1803-73), ma furonodue scienziati tedeschi, Sachs (1860) e Knop(1861), i veri fondatori dell’idroponica. I loro studisull’influenza degli elementi minerali sulla crescita<strong>delle</strong> piante dimostrarono che lo sviluppo normalepoteva essere conseguito aggiungendo all’acquaalcuni elementi minerali e in particolare azoto,fosforo, potassio, zolfo, calcio e magnesio. Neglianni che seguirono diversi ricercatori, Tollens (1882),Shive (1915), Hoagland (1919), Arnon (1938), svilupparononuove soluzioni nutritive, alcune di questeancora oggi in uso.Le prime applicazioni su scala commercialedella coltura idroponica (Deep Water Culture)furono, comunque, quelle del Prof. W.F. Gericke,fisiologo della California Agricultural ExperimentalStation, <strong>nel</strong> periodo tra le due guerre mondialidel secolo scorso. Il sistema nacque come mezzoalternativo alla coltivazione a terra, afflitta notoriamente,allora come adesso, dai problemi di stanchezzadel terreno (Jensen, 1997). Il lavoro diGericke, su ortaggi perlopiù, suscitò un grandeinteresse in tutto il mondo, grazie a diversi quotidianie riviste che propagandarono questo nuovosistema di coltivazione esaltandone i pregi. Le continuerichieste di informazioni da parte di coltivatorie hobbisti spinsero, <strong>nel</strong> 1938, Hoagland eArnon, professori all’Università della California, ascrivere una circolare: The Water-Culture Methodfor Growing Plants without Soil. Nella circolare idue autori riportarono le informazioni necessarieper la preparazione della soluzione nutritiva, insieme,comunque, alla raccomandazione che la tecnicarimanesse <strong>nel</strong>l’ambito sperimentale, ritenendolapoco idonea per un’applicazione su vasta scala a

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