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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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252 QUADERNO ARSIA 5/2004Un impianto di desalinizzazionedell’acqua marina entratoin funzione di recentea Carboneras, <strong>nel</strong>la provinciadi Almeria, in Spagna.L’impianto, il più grosso in Europae il secondo al mondo, è in gradodi produrre oltre 40 milioni di metricubi di acqua desalinizzataall’anno, distribuita ad un prezzointorno a 0,8 euro/m 3 ,a un comprensorioortoflorovivaistico di circa5000 ettarivivaio (40 ettari) di piante ornamentali californiamo(El Modeno) che, messo sotto accusa dalleautorità locali per gli effetti inquinanti sulle acquedella Baia di Newport, era riuscito a ridurre <strong>nel</strong>giro di soli tre anni l’impiego dei fertilizzanti e dell’acqua,rispettivamente, del 50 e del 30%, e adabbattere il deflusso dell’azoto del 90%, senzaricorrere all’impiego di sistemi a ricircolo, comesuggerito dalle “best management practices” elaboratedalle autorità, ma semplicemente introducendol’irrigazione ciclica sotto controllo computerizzato.L’esempio di El Modeno rende bene l’idea deirisultati conseguibili attraverso l’impiego di tecnologierelativamente poco sofisticate.Nella tab. 5 sono elencate le misure utili allarazionalizzazione dell’irrigazione e della fertilizzazione<strong>nel</strong>le colture florovivaistiche, suddivise infunzione del contenuto tecnologico e dei costi perle aziende; la tabella, per certi versi, illustra le possibilitappe di un percorso di aggiornamento tecnologicodi un’azienda florovivaistica.Fondamentale rimane, in ogni caso, la valutazionedel rapporto costo/benefici <strong>delle</strong> diversetecniche e anche <strong>delle</strong> possibili implicazioni socioeconomichedell’evoluzione tecnologica del settore.In questo senso, l’esperienza olandese relativa allariduzione dell’impatto ambientale della serricolturapuò insegnare molto.In Olanda, infatti, si è arrivati alla diffusione deisistemi chiusi pressoché su tutta la superficie coperta,ma solo alla fine di un lungo periodo di transizionee grazie ad una politica di stretta concertazionetra aziende e governo. D’altra parte, per iprossimi anni, si prevede un sensibile calo delnumero d’aziende e un aumento <strong>delle</strong> superficimedie aziendali, in conseguenza di un accorpamentoaziendale reso necessario dagli ingenti investimentirichiesti per la trasformazione dei metodidi coltivazione.Protagonisti e interpretiTrovare la soluzione dei problemi legati allagestione dell’acqua e dei fertilizzanti <strong>nel</strong>le coltureflorovivaistiche non può essere, ovviamente, solocompito dei florovivaisti.Le associazioni di produttori, le organizzazioniprofessionali e le istituzioni pubbliche (amministratorie ricercatori) hanno un ruolo decisivo <strong>nel</strong> trasferimentoalle singole aziende <strong>delle</strong> tecnologiewater-saving attraverso la diffusione <strong>delle</strong> conoscenzetecniche basata anche sulla realizzazione di provedimostrative e di impianti pilota. Le associazioni diproduttori, ad esempio, potrebbero provvedere allapreventiva valutazione tecnica dei vari sistemi edispositivi presenti sul mercato e magari stipularedegli accordi commerciali con le ditte fornitrici perl’acquisto di macchine e attrezzature a prezzi convenzionati.Compito <strong>delle</strong> associazioni è soprattuttoquello di avviare e sostenere lo sviluppo di una politicadi marketing che sia in grado di far conoscere almercato quanto l’azienda ha fatto per arrivare a produrrein un modo più rispettoso dell’ambiente.Spetta, invece, ai governi locali e centrali assicurare<strong>delle</strong> infrastrutture efficienti (non ultimi,per quanto detto in precedenza, gli acquedotti perle acque reflue) e anche un clima sociale che nonveda sempre e comunque nei florovivaisti i responsabilidi veri e propri disastri ambientali.

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