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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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226 QUADERNO ARSIA 5/2004Tab. 2 - Caratteristiche <strong>delle</strong> lampade a vapori di mercurio per la produzione di UVTipologia della lampada per la produzione di UVVapori (Hg) ad alta pressioneVapori (Hg) a bassa pressioneCaratteristiche <strong>delle</strong> radiazioni emesseUV 200-280 nmEfficienza energetica 10% (% energia trasformata in UV corti)UV 250-260 nm (ottimo 253,7 nm)Efficienza energetica 40%gas in modo discontinuo (volume di trattamento =1-2 m 3 ), operando in contenitori chiusi ove il pHviene abbassato e, contemporaneamente, iniettatol’ozono. Sulla base di numerose evidenze sperimentalisi è concluso che l’applicazione di 10 g diO 3al m 3 per un’ora di esposizione è sufficiente aeliminare tutti i potenziali patogeni. Il sistema,però, è molto complesso, costoso e richiede l’adozionedi numerosi accorgimenti al fine di poterloadottare in sicurezza (l’ozono è una sostanza estremamentepericolosa <strong>nel</strong> caso di esposizioni accidentalidegli operatori); anche per questo motivo,nonostante possa essere considerato un sistemaefficiente, esso non è mai stato diffusamenteimpiegato (valori soglia di O 3per evitare effettidannosi alle piante: < 0,1 ppm in aria, < 0,1 ppmattorno alle radici; con concentrazioni <strong>nel</strong>l’aria >0,01 ppm: rischio per l’operatore).Al contrario, una sostanza più conveniente e difacile applicazione è il perossido di idrogeno(H 2O 2). Si tratta di un blando ossidante, la cui attivitàpuò essere incrementata aggiungendo unacido debole che funziona da attivatore. Dosaggidi 400 ppm, decisamente elevati, sono necessariper eliminare i virus, anche se limitate percentualidi nematodi (0,3%) possono comunque sopravvivere,potendo infestare le colture.L’irraggiamento con raggi ultravioletti (UV)Recentemente l’uso degli UV è divenuto moltocomune: si noti però che inizialmente tale sistemapresentava degli inconvenienti in quanto la presenzadi materiale organico (frammenti di radice, acidiumici) <strong>nel</strong>le soluzioni nutritive causava una forteriduzione dell’efficacia a fronte degli elevati investimentinecessari. Oggi, invece, l’impiego degliUV è comparabile, quanto a efficacia, con l’uso delcalore e, inoltre, è più economico rispetto all’utilizzodell’ozono. La radiazione ultravioletta conlunghezza d’onda compresa tra 200 e 280 nm(UV-C) dimostra efficacia biocida raggiungendo imassimi livelli con lunghezza d’onda di 254 nm.Le lampade disponibili oggi sul mercato possonoessere ad alta o bassa pressione, in funzione dellapressione presente <strong>nel</strong> bulbo; entrambe dimostranola medesima efficacia <strong>nel</strong>l’eliminare i patogenidalle soluzioni nutritive, anche se le lampade adalta pressione sono caratterizzate da una minoreefficienza energetica (tab. 2). Dal punto di vistapratico l’impiego degli UV a dosaggi di 100mJ/cm 2 permette l’eliminazione di funghi e batteri,mentre per i virus sono necessari dosaggi noninferiori a 250 mJ/cm 2 . Naturalmente, tali valorisono sufficienti se la soluzione è quasi limpida,pertanto l’eventuale pre-filtrazione con un filtro asabbia o mediante microfiltrazione a 80 micron ènecessaria per la rimozione del particolato insospensione, che può realmente ridurre l’efficienzadel trattamento. La torbidità viene espressa con ilvalore di T10 = quantità di UV 254 nm in gradodi penetrare uno strato di 10 mm di liquido; talevalore è una caratteristica importantissima pervalutare l’efficienza del sistema di disinfezione.In conclusione, poiché le soluzioni nutritivehanno valori di T10 compresi tra 20 e 40% (valoreottimale 35%), è necessario che la portata dei sistemidi disinfezione con UV sia regolata in modo dagenerare <strong>nel</strong>l’acqua una sufficiente turbolenza alfine di migliorare la penetrazione della radiazioneUV negli strati della soluzione trattata. Tra i problemiche possono insorgere con l’uso degli UV siricorda la degradazione dei chelati di ferro, causatadall’effetto che gli UV esercitano sulle molecoleorganiche che costituiscono i chelati stessi, potendocausare, talora, fenomeni di carenza di ferro sullacoltura. Dovendo far fronte a tale inconveniente,un incremento dell’apporto di ferro chelato pari al10-25% può rapidamente risolvere detta clorosi.La filtrazione con membraneLa filtrazione con membrane può essere suddivisain osmosi inversa, iper-filtrazione, nano-filtrazione,ultra-filtrazione e micro-filtrazione in basealla dimensione <strong>delle</strong> particelle trattenute. L’uso dimembrane capaci di ultra-filtrazione e micro-filtrazioneè utile per separare dalle soluzioni nutritivemacromolecole quali polisaccaridi e organismipatogeni; tuttavia risulta, per il momento, pocodiffuso per considerazioni di tipo economico. Isistemi a osmosi inversa, a loro volta, appaiono

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