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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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FLOROVIVAISMO: L’ACQUA225Gravi sintomi causatida infezioni di Fusariumoxysporum su gerberaallevata in fuori suolo.La fusariosi è statarecente segnalatacome una malattiapotenzialmente graveproprio per le coltivazionifuori suolotecnica in sé non è di recente messa a punto e sibasa su dispositivi analoghi a quelli adottati, adesempio, per la pastorizzazione del latte. Dallavasca di stoccaggio, la soluzione drenata vienepompata all’interno di uno scambiatore di caloreove viene surriscaldata sino a 80°C, sfruttandoanche il calore residuo scambiato con la soluzionegià trattata. Il passaggio attraverso un successivoscambiatore rende possibile raggiungere la temperaturaefficace grazie a una fonte di energia termicaausiliaria. Il successivo ritorno della soluzione alprimo scambiatore permette il raffreddamentodella stessa e il pre-riscaldamento della soluzioneda trattare, prima del suo stoccaggio in una appositavasca che, ovviamente, deve essere utilizzataper la sola acqua disinfettata. Relativamente alletemperature che la soluzione nutritizia deve raggiungere,per poter essere certamente disinfettata,numerose sono le possibilità praticamente adottabili.Inizialmente, al fine di ottenere la massimaefficacia biocida nei confronti di differenti patogeni,veniva considerato necessario un trattamento a95°C per un tempo di esposizione di 10 secondi.Aumentando il tempo di esposizione a 30 secondidetto trattamento, inoltre, può essere consideratoeradicante nei confronti di batteri, funghi, virus enematodi. In seguito è stato dimostrato che imedesimi risultati potevano essere ottenuti diminuendola temperatura di disinfezione, ma incrementandoil tempo di esposizione, vale a dire 90°Cper 2 minuti, o 85°C per 3 minuti al fine di ottenereuna completa eliminazione di tutti i patogeni,inclusi virus, o 60°C per una durata di 2 minuti peruna disinfezione parziale in grado di eliminare funghi,batteri e nematodi. Il maggior vantaggio diquesta ultima strategia applicativa è, certamente,legato alla riduzione dell’energia necessaria: il fabbisognodi 32 MJ (equivalenti a 0,7 m 3 di gas propanoo a 1 m 3 di gas naturale) per m 3 di soluzioneda disinfettare, necessario al fine di ottenere l’eliminazioneanche di virus, scende, infatti, a 19,2MJ per m 3 di soluzione da disinfettare adottando iltrattamento a 60°C per 2 minuti di esposizione.Occorre, comunque, ricordare che, al fine di limitaredannosi fenomeni di intasamento dello scambiatoree di precipitazione in particolare di sali dicalcio, sarebbe opportuno procedere a una pre-filtrazionedella soluzione nutritizia, in filtri a magliedi 50-70 micron, e a una sua eventuale acidificazionea pH inferiore a 5.Ozono (O 3) e perossido di idrogeno (H 2O 2)L’ozono è un potente ossidante, capace di reagirecon qualsiasi organismo vivente, ma anche, adesempio, con correttivi a base di ferro chelato spessopresenti <strong>nel</strong>le soluzioni nutritive. Come permolte altre sostanze, inoltre, il suo potere biocidaè dipendente dal tempo di esposizione e dalla concentrazione.L’applicazione dell’ozono prevede lasua produzione direttamente <strong>nel</strong>la zona di utilizzo:generalmente questa avviene facendo passare ariasecca attraverso un campo elettrico a elevatopotenziale. Diversi sistemi sono oggi disponibilisul mercato per la produzione dell’ozono e il suoimpiego per la disinfezione <strong>delle</strong> soluzioni nutritive.È, comunque, importante la qualità dell’ariautilizzata per la preparazione dell’ozono (talora sipuò utilizzare direttamente ossigeno in bombole),la pre-filtrazione della soluzione nutritizia al fine diridurre la presenza di sostanza organica, e il pHche deve essere acido al fine di rendere maggiormentestabile l’ozono stesso. Al contrario di altrimetodi di disinfestazione, tutti i sistemi di trattamentocon ozono prevedono la distribuzione del

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