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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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96 QUADERNO ARSIA 5/2004Enorme invasoper la raccolta dell’acquapiovana in un’aziendaserricola in provinciadi Ragusatura più vicina a quella ambientale e appositamenteschermate per evitare la penetrazione della luce solare,che favorisce la formazione di alghe.Le coltivazioni in pien’aria, estendendosi susuperfici maggiori, hanno di conseguenza necessitàdi volumi più rilevanti, con l’eccezione <strong>delle</strong> colturein piena terra, dove spesso la frequenza <strong>delle</strong>irrigazioni è molto bassa o addirittura a carattere disoccorso, considerando la funzione di volano idricodel terreno. Al contrario, per i piazzali di coltivazionein contenitore, che coprono spesso vastesuperfici e richiedono quotidianamente ingentiquantità di acqua, gli invasi devono essere di rilevantidimensioni. In media, per un calcolo approssimativo,si tenga presente che un ettaro di vivaioin contenitore può richiedere intorno a 200-250metri cubi al giorno in caso di irrigazione a pioggia;detta quantità può essere diminuita sensibilmente(-30%) <strong>nel</strong> caso di irrigazione a goccia e calaulteriormente se vengono recuperati i reflui dell’irrigazione(-30% circa)L’elevata variabilità <strong>nel</strong> volume dei bacini distoccaggio <strong>delle</strong> acque irrigue è anche in funzionedell’approvvigionamento idrico disponibile per laloro ricarica. Laddove si hanno a disposizioni portaterilevanti da una serie di pozzi, la capacità degliinvasi può essere più contenuta, comunque sufficientementegrande da permettere alcuni giorni diautonomia.Pertanto con questi dati, unitamente alla portatadell’approvvigionamento e all’autonomia desiderata,si potrà dimensionare adeguatamente l’invasoper il corpo aziendale.È solo il caso di accennare che per la realizzazionedi questi invasi è necessario richiedere il permessopresso le autorità competenti (Genio Civile)<strong>nel</strong> caso di invasi collinari o con sponde fuori terra,mentre per quelli scavati in pianura è sufficiente larichiesta alle amministrazioni locali, le quali hannospesso dei regolamenti particolari, in relazione aidiversi vincoli di rischio idrogeologico dell’area. Èrichiesto che la loro progettazione sia eseguita daun professionista. Riguardo al rapporto superficie/profondità dell’opera, generalmente non vi sonodisposizioni particolari se escavata (salvo una correttapendenza <strong>delle</strong> sponde); si fa presente, però,che gli invasi di superfici ridotte e profonditàmolto elevate, pur risparmiando spazio e riducendole perdite per evaporazione, spesso creano notevoliproblemi sia per uniformare la temperatura<strong>delle</strong> acque con quella ambientale, sia per la lororidotta aerazione.Per gli invasi di dimensioni non troppo elevateè buona norma impermeabilizzare le pareti con gliappositi teli, realizzati con vari materiali plastici: ivantaggi di ciò sono, in alcuni casi, il miglioramentodella tenuta, il controllo <strong>delle</strong> erbe infestantisulle rive e una maggiore pulizia <strong>delle</strong> acque.Tuttavia, quando le dimensioni dell’invaso sonorilevanti, ci si può limitare a pacciamare solamentei bordi fino al livello dell’acqua.Come abbiamo accennato gli invasi vengonoimpiegati anche per recuperare e riciclare i refluidell’irrigazione, in modo da economizzare le <strong>risorse</strong>idriche. In genere, se è possibile, si colloca l’invasodi raccolta a valle dell’area da irrigare in modotale che i reflui possano confluirvi per caduta naturale.Ove questo non sia possibile, è necessario realizzaredei pozzetti di raccolta nei punti di quotainferiore, all’interno dei quali una pompa di solle-

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