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Uso razionale delle risorse nel florovivaismo: l'acqua - Demetra

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FLOROVIVAISMO: L’ACQUA217• “acque reflue domestiche” le acque reflue provenientida insediamenti di tipo residenziale eda servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismoumano e da attività domestiche;• “acque reflue industriali” qualsiasi tipo di acquereflue scaricate da edifici o installazioni in cui sisvolgono attività commerciali o di produzionedi beni, diverse dalle acque reflue domestiche edalle acque meteoriche di dilavamento;• “acque reflue urbane” le acque reflue domesticheo il miscuglio di acque reflue domestiche,di acque reflue industriali, ovvero meteorichedi dilavamento convogliate in reti fognarie,anche separate, e provenienti da agglomerato.Seppur con ritardo rispetto ad altri paesi, dovel’uso di acque reflue (soprattutto di origine civile)è alquanto diffuso ed esteso anche a colture agroalimentari,anche in Italia sono iniziate le sperimentazionivolte a verificare la possibilità di utilizzodi acque sottoposte a trattamento terziario(oppure trattamento secondario + affinamento)<strong>nel</strong>l’irrigazione <strong>delle</strong> colture ornamentali in contenitore.Pur essendo <strong>nel</strong>le colture florovivaistichemeno problematica, rispetto alle colture alimentari,l’applicazione <strong>delle</strong> acque reflue sottoposte atrattamento terziario (ad esempio, filtrazione,acido peracetico e disinfezione all’ultravioletto), ilricorso a tale pratica non è sempre possibile e devecomunque essere oggetto di attente valutazionilegate, di volta in volta, al caso in esame.Irrigare con acque reflue depurate, infatti,comporta per la coltura effetti diretti e indiretti.Gli effetti diretti sono correlati al contatto conl’acqua d’irrigazione e alle sue caratteristiche.Quelli indiretti (di medio-lungo termine) sonolegati invece alle modificazioni che possono essereindotte nei substrati, qualora la coltivazione si protraggaper più anni <strong>nel</strong> medesimo substrato, o <strong>nel</strong>terreno, qualora il loro uso sia esteso anche allacolture di pieno campo.Le acque reflue recuperate destinate al riutilizzoirriguo o civile devono possedere, all’uscita dell’impiantodi recupero, dei requisiti minimi di qualitàchimici (sostanze allo stato gassoso, pH, salinità,elementi e composti chimici presenti), fisici(temperatura, torbidità, impurezze ecc.) e microbiologici(alghe, batteri, microrganismi varicomunque presenti), come quelli riportati dall’allegatoal Decreto 185/2003 (tab. 1).Riguardo ai requisiti di qualità chimico-fisici, ipiù importanti, in termini di possibili effetti direttie indiretti sulle colture (ma anche per il concretorischio di occlusione degli ugelli, vedi Capitolo10), sono la salinità, il pH, i nutrienti, i solidisospesi e l’eventuale presenza di metalli pesanti. Lasalinità è probabilmente il parametro più importante<strong>nel</strong>la valutazione di un’acqua per riuso irriguoed è particolarmente importante nei reflui diprovenienza industriale, che spesso sono caratterizzatida una conducibilità elettrica molto elevata.Come è noto, la tolleranza alla salinità èalquanto variabile in funzione della specie. Generalmentelivelli di salinità, espressi come conducibilitàelettrica (EC) inferiore a 0,4 dS/m non presentanoalcun problema, fatta eccezione per le speciepiù sensibili. Acque con EC intorno a 0,8Bacino di raccolta <strong>delle</strong> acque di drenaggioUn sistema sperimentale per controllare lo sviluppo<strong>delle</strong> alghe mediante elettrodi generatori di frequenzevariabili

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