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Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia

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104 RIVISTA ITALIANA<br />

sentala da numerosissimi avanzi <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> e <strong>di</strong> piastroni, sui quali<br />

ben si <strong>di</strong>stinguono le <strong>di</strong>verse piastre ossee, e da impronte delle<br />

placche cornee. Confrontando questa con le altre specie fossili, l' A.<br />

trova che alcune le rassomigliano per la forma e la <strong>di</strong>sposizione<br />

delle piastre ossee e delle placche cornee dello scudo, altre invece,<br />

molto <strong>di</strong>verse nei caratteri dello scudo, la ricordano per certe par-<br />

ticolarità del piastrone. Le affinità più notabili sono con la T. siil~<br />

cata Portis della molassa svizzera, specialmente per ciò che ri-<br />

guarda le placche cornee vertebrali e costali ; però nella specie <strong>di</strong><br />

Montebamboli queste placche sono un pò più allungate e più ot-<br />

tuse negli angoli, la nucale è affatto <strong>di</strong>versa, le piastre ossee della<br />

serie marginale e neurale non corrispondono né per la forma, né<br />

per le <strong>di</strong>mensioni, né pei rapporti con le placche cornee, ed il pia-<br />

strone é <strong>di</strong>fterentissimo. Non son da trascurare certe analogie che<br />

il piastrone medesimo presenta con quello <strong>di</strong> forme spettanti ai<br />

generi estinti Clemnys e Ocadìa\ analogie consistenti in ciò, che<br />

le placche omerali hanno il margine comune o solco interno bre-<br />

vissimo, per via del margine pettorale che taglia per metà 1' entopiastrone<br />

toccandone gli angoli laterali. — La Emys Campami,<br />

forma da annoverarsi tra le più gran<strong>di</strong> conosciute (lo scudo raggiungerebbe<br />

un <strong>di</strong>ametro antero-posteriore <strong>di</strong> 275 mm.) rammenta<br />

la E. lignitanim Portis per lo sviluppo notevole delle piastre neurali<br />

e delle placche cornee vertebrali; a farla però considerare come<br />

specie <strong>di</strong>stinta é sufficiente il fatto, che nella E. lignitanim le piastre<br />

neurali « articolando con due paia costali non si comportano<br />

come nella maggior parte delle Emys^ ma invece come nelle<br />

Trionyx^ ove ciascuna piastra articola col paio corrispondente e<br />

col susseguente e non coli' antecedente e col susseguente ». — Circa<br />

agli avanzi della terza specie <strong>di</strong> Emys, E. parva, l'A. esclude to-<br />

talmente il dubbio emesso in una nota precedente (Proc. verb. Soc.<br />

tose, 5 luglio 1891), che si tratti <strong>di</strong> giovani in<strong>di</strong>vidui della E.<br />

depressa. Gli scarsi e mal conservati frammenti che la rappresen-<br />

tano, in<strong>di</strong>cano notevoli affinità con V Emys tuttora vivente in Italia,<br />

mentre, fra le specie fossili, la ravvicinano alla E. Laharpei Pictet<br />

et Humbert. — Poco o nulla può <strong>di</strong>rsi degli avanzi attribuiti a<br />

Testudo, valendo essi ad in<strong>di</strong>care soltanto come probabile la esistenza<br />

<strong>di</strong> questo genere nei giacimenti lignitiferi maremmani.<br />

I resti <strong>di</strong> cheloniani provenienti dalla miniera lignitifera del<br />

Casino (Siena) riduconsi a pochi frammenti <strong>di</strong> una Emys, speci-<br />

ficamente indeterminabile, e ad una Trionyx, rappresentata da<br />

uno scudo incompleto e da porzioni <strong>di</strong> piastre costali. Fu già

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