Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
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158 RIVISTA ITALIANA<br />
La separazione <strong>di</strong> Olenellus da Parodoxites, dì cui quello era<br />
già considerato come un sottogenere, è stata proposta dal norve-<br />
gese BrOgger nel 1875. Ed è ai lavori <strong>di</strong> questo paleontologo eh'<br />
dovuto il grande interesse che desta la fauna della zona ad Olenellus,<br />
d'i cui un elenco quasi completo si può trovare poi in un' estesa<br />
monografia <strong>di</strong> Walcott del 1890. Attualmente si sa che cotesto<br />
antichissimo e importante gruppo <strong>di</strong> fossili si estende nella Nord-<br />
America (dalla Columbia inglese al Labrador e al Texas), in Eu-<br />
ropa (dalla Sardegna alla Spagna, alla Scozia, alla Finlan<strong>di</strong>a, ai<br />
Monti Urali) e nell'Australia occidentale; e, senza contare le im-<br />
pronte, i nidamenti e le traccie, vi sono annoverati 56 generi <strong>di</strong><br />
organismi, dei quali 15 sono <strong>di</strong> trilobiti.<br />
La natura crostaceana dei trilobiti è provata dalla conforma-<br />
zione dei membri. Questi, scoperti già nel 1870 da Bel lings in<br />
Asaphits platycephalus (calcare del Trenton, Canada), furono <strong>di</strong>-<br />
ligentemente stu<strong>di</strong>ati <strong>di</strong>eci anni dopo da Walcott su un vasto<br />
materiale e col metodo delle sezioni, nei gn. Calymene, Ceraunis<br />
e Acidaspis\ e le ricostruzioni <strong>di</strong> Walcott furono riconfermate<br />
neirS^^ da Mickleborough con la scoperta nell'ordoviciano dell'<br />
Ohio <strong>di</strong> un esemplare ben conservato <strong>di</strong> Asaphus megistos. Ma<br />
ancora importante è stata la illustrazione fatta nel 1893 da W. D.<br />
Matthew <strong>di</strong> parecchi esemplari <strong>di</strong> Triarthrus Beckii, provenienti<br />
dall' ordoviciano presso Rome (Nuova York). Questi trilobiti, per-<br />
fettamente conservati in schisti neri, teneri e fini, mostrano la pre-<br />
senza <strong>di</strong> lunghe appen<strong>di</strong>ci a flagello, sottili, pluriarticolate, somi-<br />
glianti alle antenne flagelliformi dei crostacei. Le osservazioni <strong>di</strong><br />
C. E. Beecher, pubblicate lo scorso anno, su nuovi esemplari <strong>di</strong><br />
Triarthrus Beckìi ci danno poi nuove notizie non solo sulla strut-<br />
tura, ma ancora sullo sviluppo postembrionale <strong>di</strong> questi trilobiti,<br />
perchè nello stesso deposito si sono trovati in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> tutte le età,<br />
dalle forme larvali alle adulte. E la facilità con la quale vi si sono<br />
conservate tutte le appen<strong>di</strong>ci del corpo, sebbene possa essere dovuta<br />
al sottile strato <strong>di</strong> pirite ferrica che vi ha sostituito le parti calcari<br />
e chitinose, fa pensare a Beecher che la maggior parte dei trilobiti<br />
che si conoscono, e nei quali i membri mancano e sono debolmente<br />
segnati, non rappresentino in realtà che le mute degli animali veri.<br />
La <strong>di</strong>sposizione delle appen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Triarthrus è la seguente.<br />
Due antenne flagelliformi multiarticolate partono dal margine laterale<br />
dell' ipostoma, occupando così la stessa posizione del primo<br />
paio <strong>di</strong> antenne dell' attuale Apus. Due piccole appen<strong>di</strong>ci, con lar-<br />
ghi pezzi basali muniti da palpi, rappresentano forse le mascelle, e<br />
è