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Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia

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DI PALEONTOLOGIA .<br />

235<br />

vamente gefirocerchi, ossia che 1' assenza della pinna cedale è do-<br />

vuta a riduzione <strong>di</strong> questa pinna. La pinna codale, importante<br />

organo <strong>di</strong> propulsione per i pesci che vivono in acque chiare ed<br />

estese, <strong>di</strong>viene inutile nelle specie che abitano acque stagnanti, o<br />

scarse e fangose. Conseguenza dell'adattamento a queste con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> vita sono la gefirocercia e il corpo anguilliforme <strong>di</strong> cui si ri-<br />

scontrano esempi in <strong>di</strong>versissimi gruppi. Tipo anguilliforme tra i<br />

Dipnoi è Lepidosiren^ tra i Crossopterigi Calamoichthys. Ciò am-<br />

messo, la serie paleontologica delle code dei Dipnoi non ha piti<br />

nulla <strong>di</strong> paradossale, e i risultati della comparazione delle estre-<br />

mità cedali si accordano mirabilmente con quelli che risultano<br />

dallo stu<strong>di</strong>o delle squame, delle ossificazioni del capo, dell' opercolo,<br />

delle piastre giugulari ecc. La serie Dipterus^ Scaumenacia, PJia-<br />

neropleuron^ Uronemus, Ctenodus, Ceratodus, Protopterus^ Lepi-<br />

dosiren è ad un tempo cronologica e filetica ; senza pretendere che<br />

queste forme <strong>di</strong>scendano effettiv«imente in linea <strong>di</strong>retta le une dalle<br />

altre, si deve ammettere che si siano <strong>di</strong>ramate successivamente<br />

dalla serie genealogica conducente al termine estremo <strong>di</strong> essa.<br />

I Dipnoi sono derivati dai Crossopterigii ; essi costituiscono un<br />

ramo terminale dell' albero genealogico dei Vertebrati. Gli Anfibi<br />

non derivarono da essi, ma <strong>di</strong>rettamente dai Crossopterigii. L' au-<br />

tore ammette che, mentre i Condropterigii rimasero sempre marini,<br />

gli Osteopterigii furono, nelle loro forme più antiche (Ganoi<strong>di</strong>),<br />

abitanti dell' acqua dolce, dalla quale una parte dei loro <strong>di</strong>scen-<br />

denti ritornarono al mare. C. Emery.<br />

Fraas (E.) — Ein Fund von Skeletresten von Hybodus. — Be-<br />

richt lib. <strong>di</strong>e 28 Versammlung des oberrhemischen geol.<br />

3<br />

Vereins \u Badempeiler am 18 Apr. i8g^. Stuttgart 1895.<br />

pag. ed una incisione.<br />

Uno scheletro quasi completo d' Hybodus venne scoperto <strong>di</strong><br />

recente da B. Hauff ad Holzmaden, negli schisti a posidono-<br />

mie del lias superiore. Il magnifico esemplare, riferito dall'A. ad<br />

una nuova specie col nome <strong>di</strong> H. Hauffi (= H. reticulatus non Ag.,<br />

Quenstedt) conferma il giu<strong>di</strong>zio già espresso dallo Smith Woodward<br />

circa le strette affinità degli ibodonti con i cestracioni<strong>di</strong>.<br />

Una descrizione particolareggiata dell' importantissimo fossile sta<br />

per esser pubblicata nel volume LII (1896) del Jahresh. d. Ver. fùr<br />

vaterl. Naturk. in Wiirttbg. S.

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