Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
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18U RIVISTA ITALIANA<br />
sottili nervature sono invisibili, rendendo in tal modo più <strong>di</strong>fficile,<br />
ed in vari casi dubbia la determinazione, che, trattandosi <strong>di</strong> fiUiti,<br />
per troppe ragioni è sempre aspra e pericolosa.<br />
Da uno specchio comparativo <strong>di</strong> questa colle altre flore fos-<br />
sili, che r A. molto opportunamente ha fatto seguire alla descri-<br />
zione sistematica delle specie, si rileva una grande somiglianza<br />
colla flora <strong>di</strong> Sinigallia in modo spec ale, ed in generale colle flore<br />
del miocene superiore: il 94 7o delle specie braidesi è comune colle<br />
flore mioceniche superiori, il 63 7o con quella <strong>di</strong> Sinigallia. Ma le<br />
formaz oni da cui proviene in massima parte questa raccolta (piano<br />
astiano) sono certamente del pliocene superiore, per cui, nonostante<br />
che solo il 29 "^<br />
ó delle specie <strong>di</strong> essa sia comune colle flore plio-<br />
ceniche, la flora braidese è da ritenersi pliocenica, e come tale<br />
concorda specialmente con quella <strong>di</strong> Mongar<strong>di</strong>no nel Bolognese, e con<br />
quella del Val d'Arno superiore. Il 40^0 clelle specie <strong>di</strong> Mongar-<br />
<strong>di</strong>no ed il 36 7o<br />
<strong>di</strong> quelle del Val d' Arno superiore è comune alla<br />
flora braidese, che coincide con queste flore anche nella fisonomia,<br />
essendo le famiglie prevalenti: le cupulifere (37 sp,), le lauracee<br />
(21 sp.), le urticinee (i i sp.), le iuglandee (9 sp.), le salicinee (8 sp.),<br />
e le conifere (7 sp.). Adunque quella specie <strong>di</strong> anacronismo,<br />
che del resto è già stato notato in altre flore, come quella <strong>di</strong> Mon-<br />
gar<strong>di</strong>no e Val d'Arno superiore, sarebbe causato dal golfo padano,<br />
che apportando un clima piuttosto caldo, avrebbe acconsentito agli<br />
ultimi avanzi delle antiche flore <strong>di</strong> svilupparsi in luoghi che per la<br />
latitu<strong>di</strong>ne non erano ormai più adatti per essi. In un appen<strong>di</strong>ce I' A.<br />
descrive 8 specie <strong>di</strong> Castello <strong>di</strong> Volta presso la Morra appartenenti<br />
alla stessa collezione Cr averi, ma che per la formazione da cui<br />
furono estratte, niente hanno a che fare colle precedenti.<br />
L. Gabelli.<br />
Sacco (F.). — I Pvlolluschi dei terreni terziarii del Piemonte e<br />
della Liguria. Parte XVII — Torino, Clausen, 1895, 84 p.<br />
in 4" e 3 tavole.<br />
Questa parte del gran<strong>di</strong>oso lavoro del prof. Sacco è de<strong>di</strong>cata<br />
alle quattro famiglie Cerìthììdae. Triforidae, Cerithiopsìdae e Dia-<br />
stomidae. Assai largamente è rappresentata la prima nel terziario<br />
piemontese, contandosi fra i soli Cerithiiim s. str, , non meno <strong>di</strong><br />
26 specie (') con 83 varietà. E a queste son da aggiungere le<br />
(M Fra queste son nuove; Cer. crlxtatohirtum, taiirosimplex, laevisu-<br />
bidoides, crenatocovonatmn,procrenatiun, taurocoronatum, tauroacrenatum.