Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
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186 RIVISTA ITALIANA<br />
Oltre a ciò vengono riconosciute come strettamente affini alle<br />
Palaeomiitelae russe parecchie specie africane. Il nuovo genere Pa-<br />
laeanodonta (tipo la P. castor Eichw.) viene istituito per le con-<br />
chiglie anodontiformi, che prima dall' A. erano state riguardate<br />
come spettanti al gen. Najadìtes Dawson. Anche <strong>di</strong> quel nuovo<br />
genere, la P. subcastor Amai, è comune al permiano russo e alla<br />
formazione <strong>di</strong> Karoo, mentre <strong>di</strong> quest' ultima è descritta come<br />
nuova la P. okensis. La deduzione dell' A., che una parte della<br />
formazione <strong>di</strong> Karoo rappresenti il permiano, è accettata da See lev,<br />
Bla n ford, Rupert Jones e Harris, nella <strong>di</strong>scussione rela-<br />
tiva, e con più precisi particolari sui caratteri speciali della for-<br />
mazione <strong>di</strong> Karoo, mentre Bla n ford fa osservare che gli strati<br />
carboniferi <strong>di</strong> Gondwana in In<strong>di</strong>a e quelli <strong>di</strong> Newcastle in Austra-<br />
lia sono tanto <strong>di</strong>versi dal carbonifero europeo, che è da escludersi<br />
qualunque connessione fra gli emisferi nord e sud durante il per-<br />
nio-carbonifero. Si dovrebbe perciò porre la questione se i generi<br />
descritti da Amalitsky non siano marini piuttostochè fluviatili.<br />
(A questo punto, tanto da Amalitsky quando da Bla n ford, si<br />
avrebbe dovuto far cenno delle osservazioni <strong>di</strong> S. v. Wòh rma nn,<br />
il quale C) considera come affatto marino il gen. Palaeomutela<br />
Amai. , lo mette in rapporti con Palaeoneilo^ e istituisce per esso,<br />
fra gli arci<strong>di</strong>, la nuova sottofamiglia dei ctenodonti.)<br />
P. Oppenheim.<br />
Andrussovv (N.) — Kurze Bemerkungen iiber einige Neogenab<br />
lagerungen Rumàniens. -<br />
lagerungen Rumàniens. — Verh. d. k. k. geol. Rekhs-<br />
ansi.^ i8l'5, P^g-<br />
189 e seg.<br />
Mi pare che il risultato delle ricerche del noto geologo russo<br />
sia negativo. L' A. <strong>di</strong>chiara (pag. 195) come egli, in seguito a una<br />
analisi profonda della bibliografia relativa, si sia persuaso non es-<br />
sere avvenuta in Austria-Ungheria alcuna interruzione <strong>di</strong> deposito<br />
fra il sarmatiano e gli strati a congerie, e quin<strong>di</strong> neanche un'ero-<br />
sione del primo avanti il depositarsi dei secon<strong>di</strong>. Pertanto, egli<br />
non potrebbe più conservare psr intero la sua precedente opinione,<br />
collegantesi con un' idea <strong>di</strong> Suess (Antlitz der Erde, I, p. 422), re-<br />
lativa ad un' epoca <strong>di</strong> erosione corrispondente ad uno degli strati<br />
russi meotici o prepontici, il calcare <strong>di</strong> Kertsch, tee. (Era certa-<br />
{}) Ueber <strong>di</strong>e systeniatische Abstammung der Najaden. lahrb. d. h. k.<br />
geol. Reichsanst., voi. XLIII. (1893), pag. 1 e seg.